sabato 11 aprile 2015

Stillwater Why Can't IBU?

Dopo qualche anno ricompare sul blog la beerfirm statunitense Stillwater Artisanal, della quale sono disponibili in Italia in questo periodo diverse birre. La beerfirm corrisponde al nome di Brian Strumke,  uno "zingaro" quasi per natura, e non solo quando fa il birraio, incapace di restare per più di qualche giorno fermo a casa. Terminato il college nella nativa Baltimora, Strumke inizia una carriera come produttore di musica elettronica, passando una buona parte del tempo viaggiando nei locali europei facendo il DJ di musica techno. Nel 2004 interrompe i suoi impegni musicali che lo avevano annoiato e ritorna a Baltimora per lavorare nell'ambito dell'Information Technology, iniziando a sperimentare con l'homebrewing nella propria cucina, con il desiderio di replicare le meravigliose birre da lui scoperte nel corso della sua permanenza "musicale" in Belgio. Utilizza sopratutto lieviti Saison, a suo dire gli unici che gli permettevano di fare birra in casa anche quando le temperature estive erano abbastanza elevate: la sua prima produzione all-grain è una Belgian Dark Ale allo zenzero che iscrive alla Holiday Homebrew Competition organizzata da Samuel Adams, arrivando sul podio e vincendo un viaggio al Great American Beer Festival. Alla National Homebrewing Competition ottiene un primo con un  Cabernet Sauvignon Lambic prodotto in casa.
Le cose si fanno più interessanti quando riesce a far assaggiare una sua birra a Brian Ewing della 12 Percent Imports, che ne rimane impressionato: Brian lavora a stretto contatto con i fratelli Bjergsø (Mikkeller ed Evil Twin), e quindi perché non tentare anche con un birraio zingaro americano ? 
Il debutto di Stillwater avviene nel 2010, dopo sei anni di pentole casalinghe, con la Stateside Saison prodotta presso la Pub Dog Brewing Company di Westminster, Maryland e l'anno successo Ratebeer lo annovera già tra i "Migliori nuovi birrifici nati nel 2010". Impressionante il numero di birre prodotte in soli cinque anni, a cavallo tra Stati Uniti ed Europa, inclusa una collaborazione in Italia con Extraomnes. Strumke è sempre in viaggio, mentre a Baltimora rimane la sorella Brenda ad aiutarlo e ad occuparsi della burocrazia e della parte amministrativa; le bellissime etichetta sono quasi tutte realizzate dall'amico Lee Verzosa, tatuatore e graphic designer. 
In assenza di impianti produttivi, l'attuale ed unica "casa" di Strumke è il pub/ristorante Of Love and Regret di Baltimora, dove potere bere un ampio numero di birre Stillwater e qualche ospite. Tra le 23 tap a disposizione non troverete volutamente nessuna IPA: la cosa più simile che potrete bere è una Belgian Ale abbondantemente luppolata chiamata Why Can't IBU? e realizzata negli impianti della Two Roads Brewing Company a Stratford, Connecticut. Il nome scelto potrebbe un riferimento con un gioco di parola alla omonima canzone dei Cure (Why Can't I Be You?), mentre per apprezzare completamente l'etichetta in 3D avrete bisogno di prendere a prestito gli occhialini del cinema.
Il suo vestito è tra il giallo paglierino e l'arancio pallido, velato: la bianca schiuma è piuttosto generosa, compatta, pannosa, molto persistente. L'aroma presenta un mix pulito e molto ben assemblato di note rustiche e frutta (limone, lime, scorza di mandarino, ananas acerbo), con in sottofondo sentori di fiori bianchi, paglia, cereali e una delicata speziatura donata dal lievito. Ottima intensità, profumi molto invitanti che trovano una degna corrispondenza al palato: corpo medio e vivacemente carbonata, questa Why Can't IBU? scorre con grande velocità senza scendere a compromessi con l'intensità. Su una base semplice di pane e crackers il gusto si sviluppa principalmente in territorio zesty, con abbondanza di scorza di agrumi (lime, limone, mandarino) e qualche nota più dolce di polpa d'arancio ed ananas, spezie (pepe). Pulitissima e molto attenuata, risulta piacevolmente spigolosa e un po' rustica/ruvida/ruspante grazie anche ad un azzeccata carbonazione che ben interagisce con i sapori, diffondendoli ed amplificandoli, risultando così una perfetta birra (estiva e non) rinfrescante e dissetante. Chiude perfettamente secca, lasciando un'elegante scia amara ricca di scorza d'agrumi e qualche sfumatura erbacea: Belgian Ale molto ben fatta, godibilissima e dall'impressionante bevibilità, ricorda molto alcune produzioni Extraomnes, giusto per darvi un punto di riferimento: per la prossima estate non dimenticatevi di lei, sarebbe un vero peccato.
Formato: 35.5 cl., alc. 5.7%, IBU 23, lotto 234:14 14:39, scad. non riportata, pagata 5.40 Euro (beershop, Italia).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

Nessun commento:

Posta un commento