venerdì 23 marzo 2018

New Holland Dragon’s Milk

Di New Holland Brewing Company vi avevo già raccontato in questa occasione. Il birrificio del Michigan fondato da Brett VanderKamp e Jason Spaulding ha annunciato a fine 2017 l’arrivo delle lattine, formato che sembra ormai irrinunciabile per competere nel sempre più affollato mercato della craft beer americana. New Holland. Anche loro saranno distribuite in 38 stati americani, grazie all’accordo raggiunto nel 2016 con la Pabst Brewing Company: Pabst non ha tuttavia acquistato nessun’azione di New Holland e l’accordo riguarda esclusivamente la distribuzione. 
E’ abbastanza singolare che la flagship beer di New Holland sia un’imperial stout invecchiata in botti di bourbon e non la solita IPA o APA: la Dragon’s Milk nel 2001 era probabilmente uno dei primi e dei pochi esempi disponibili e, a memoria, era anche circondata da un timido hype essendo prodotta in quantità limitate solamente una volta all’anno. "Ci ispirammo ad un produttore di sidro del Michigan che a quel tempo ne realizzava uno invecchiato in botti di bourbon - racconta VanderKampe mi chiedevo che risultati si potessero ottenere con la birra. Pensai ad una ricetta fatta apposta per finire in botte, un ibrido tra una stout, una porter e una dark ale". 
Oggi la Dragon’s Milk rappresenta il 35% della produzione e il 50% delle vendite del birrificio ed è disponibile tutto l’anno ad un prezzo contenuto e senza che sia necessario fare file fuori dai negozi o scambi per averla. New Holland ha investito fortemente su questo prodotto aumentandone anno dopo anno la produzione grazie anche al fatto che, essendo essa stessa anche una distilleria, oltre che birrificio, ha ampia disponibilità di botti: “è un ottimo prodotto e consente sia a noi che ai rivenditori finali un buon margini di profitto”, ammette VanderKamp.  Non solo: dopo aver ospitato per tre mesi la Dragon’s Milk, le botti di bourbon vengono riutilizzate dalla New Holland Artisan Spirits per produrre il proprio Beer Barrel Bourbon. Di Dragon’s Milk ne esistono puoi svariate varianti che il birrificio fa uscire occasionalmente ogni anno: si differenziano per l’aggiunta di ingredienti o per l’invecchiamento in botti di altri distillati.

La birra.
Malti 2 row, Monaco, Caramello, Black e Chocolate, fiocchi d’orzo, luppoli Glacier e Nugget, lievito American Ale. Questa imperial stout è in realtà un blend di due birre invecchiate con diverse modalità:  una tre mesi in botti appena svuotate dal bourbon, dove l’imperial stout assorbe soprattutto le caratteristiche del distillato, e una tre mesi in botti ex-bourbon già utilizzate per la birra, in modo da assorbire maggiormente le caratteristiche del legno.   
Il suo colore è ebano scuro, la schiuma poco generosa è cremosa e compatta ed ha una discreta persistenza. Il naso è dolce e piuttosto pulito, anche se non molto intenso: bourbon, legno, fruit cake, prugna disidratata e uvetta, cioccolato, vaniglia e qualche suggestione di cocco in sottofondo.  Al palato non c’è nessuna velleità cremosa o oleosa: la scorrevolezza ne trae beneficio e l’alcool (11%) si affronta senza particolari asperità: il gusto è un po’ meno complesso e intrigante dell’aroma ma è comunque un’imperial stout  che si  sorseggia lentamente con buona soddisfazione. La bevuta è tutta basata sull’asse “dark fruits” (prugna, uvetta, mirtilli/more) e bourbon: si aggiungono altri elementi dolci come melassa e vaniglia, mentre le tostature sono praticamente inesistenti. E’ dolce ma ben bilanciata, con l’alcool che asciuga bene il palato e regala un lunghissimo finale caldo e morbido, ricco di bourbon, frutta sotto spirito, legno e un tocco di fumo/tabacco.  
Convince più al naso che in bocca (dove manca anche un po' di "ciccia") ma, pur non essendo un mostro di complessità, la Dragon’s Milk di New Holland si difende con onore: negli Stati Uniti si trova all’equivalente costo di poco più di 3 euro, una vera manna se consideriamo che si tratta di una imperial stout passata in botte. E' reperibile tutto l’anno senza problemi negli stati americani in cui viene distribuita e quindi non ha molto fascino da vendere: meglio così. Per affrontare i freddi inverni del Michigan, averne una scorta in casa è  praticamente un obbligo. Per salire di livello, anche per quel che riguarda la difficoltà d'approvvigionamento, ci sono le altre grandi Barrel Aged Imperial Stout che vengono tutte prodotte nel raggio di 150 chilometri: KBS di Founders, Black Note di Bell's e Bourbon Barrel Plead the 5th di Dark Horse.
Formato 35,5 cl., alc. 11%, IBU 31, imbott. 07/06/2017, pagata 3.79 dollari (supermercato, USA)

NOTA:  la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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