venerdì 16 febbraio 2018

Tiny Rebel Clwb Tropicana IPA

Ritorna sul blog il birrificio gallese Tiny Rebel, già ospitato in più di un’occasione: fondato nel 2012 a Newport da due ingegneri con l’hobby dell’homebrewer, Gareth “Gazz” Williams  e Bradley Cummings.  In quell’anno il birrificio produsse 800 ettolitri con un impianto da 10 barili: oggi grazie ad un piano di espansione da 2,6 milioni di sterline Tiny Rebel dispone di un impianto da 30 barili e un potenziale annuo, ovviamente ancora non raggiunto, di 50.000 ettolitri. La nuova sede è stata inaugurata a gennaio 2017 e, un mese dopo, sono arrivate anche le prime lattine: negli anni precedenti Williams e Cummings avevano aperto la Urban House, primo  locale a Cardiff completamente dedicato alla “craft beer”, replicando poi nel 2015 con una succursale nella propria città di Newport. Nei concorsi nazionali TIny Rebel ha continuato a riscuotere consensi e medaglie e il birrificio ha anche acquistato un nuovo edificio di fronte alla nuova sede per futuri piani di espansione ancora non ben precisati (lieviti selvaggi?); oggi Tiny Rebel conta un centinaio di dipendenti
Tutto bene, quindi? Non proprio: la nuova “canning line” proveniente dagli Stati Uniti è stata inaugurata a febbraio 2017 con la  Red Ale Cwtch, l’American pale Ale  Cali e la IPA Clwb Tropicana ma nel bel mezzo della scorsa estate il birrificio è stato costretto a richiamare diverse lattine con problemi qualitativi  (ossidazione) che avevano provocato un’imprevista rifermentazione in bottiglia la quale, in alcuni casi, aveva portato all’esplosione delle lattine; la produzione di lattine è stata sospesa per alcuni mesi in attesa di trovare le giuste contromisure.

La birra.
Debutta in bottiglia a febbraio 2016 Clwb Tropicana, una IPA che era comunque già nota a chi frequentava la taproom del birrificio: fu proprio il successo riscosso tra le mura domestiche a convincere Tiny Rebel a renderla disponibile prima in bottiglia e poi ad inserirla tra le lattine che vengono attualmente prodotte tutto l'anno. Si tratta di un'American IPA nella cui ricetta ci finisce anche un'imprecisata percentuale di succo di frutta che dovrebbe includere pesca, ananas, mango e frutto della passione. 
Il suo colore è dorato, leggermente velato: la schiuma è invece cremosa e compatta e mostra una buona persistenza. L'aroma mantiene le promesse del nome della birra offrendo una macedonia tropicale pulita e fresca, abbastanza intensa ed elegante: ananas, mango e passion fruit in prima linea, melone pesca e qualche agrume nelle retrovie. La schiuma emana invece un nettissimo odore di chewing-gum alla fragola che fortunatamente svanisce dopo pochi istanti. Il gusto è un po' meno intenso rispetto all'aroma ma lo ricalca con buona precisione dando forma ad una bevuta molto fruttata che tuttavia non arriva a spingersi agli estremi del juicy. L'uso della frutta è molto sensato e discreto al punto che è difficile dire dove termina il contributo dei luppoli ed inizia quello del succo: in sottofondo si riesce anche a percepire la leggera base maltata (pane). L'amaro vegetale/resinoso del finale è di modesta intensità e dura giusto il tempo necessario a ripulire il palato permettendogli d'assaporare un breve ritorno di frutta tropicale nel retrogusto. Il risultato è un po' ruffiano e piacione ma la Clwb Tropicana è comunque una birra ben fatta e pulita, spensierata e leggera (5.5%) che si beve con grande facilità e piacere: questa lattina nello specifico mi sembra anche ben valorizzata dalla giovinezza, ovvero età anagrafica. 
Formato 33 cl., alc. 5.5%, IBU 40, lotto G183, scad. 03/08/2018, prezzo indicativo 4.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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