giovedì 16 novembre 2017

[Le birre rivisitate] AleSmith Speedway Stout

Di solito sul blog presento spazio sempre birre diverse senza ritornare su quelle già ospitate e il motivo è abbastanza semplice: non credo che a chi legge interessi ritrovare  la stessa birra a breve distanza di tempo.  Penso che sia però interessante confrontare gli appunti di bevuta a distanza temporale: non solo a volte cambiano le birre ma, soprattutto, cambia il palato di chi beve sotto l’influenza dell’esperienza e di quello che il mercato propone. E cambiano anche i birrifici: s'ingrandiscono, vengono acquistati, evolvono! E’ il momento di una “birra ritrovata”, insomma. 
Parliamo della Speedway Stout di Alesmith, una delle imperial stout più famose negli Stati Uniti e, qualche anno fa, uno sorta di chimera in Europa;  qualche bottiglia ogni tanto appariva, ma erano eventi più unici che rari. Nel 2012 a San Diego riuscivo finalmente a mettere la mani su di una bottiglia: qui potete trovare la storia di questa birra e la descrizione della sua bevuta, avvenuta nel 2014. 
Alla fine del 2015 Alesmith ha completato un piano di espansione da 15 milioni di dollari con la realizzazione del nuovo stabilimento da 10.000 metri quadri in Empire Road (poi rinominata AleSmith Court dalla città di San Diego) a pochi isolati di distanza dal precedente, nel quale ora ha trovato posto Mikkeller San Diego in una compartecipazione societaria del quale fa ancora parte Peter Zien (il sig. Alesmith).  Con il nuovo impianto da 80 ettolitri, che garantisce un potenziale da 250.000 ettolitri l’anno, le birre di Alesmith hanno cambiato formato per andare incontro alle esigenze del mercato americano, sempre in evoluzione. I bomber (65 cl.) e le bottiglie da 75, sino ad allora gli unici formati contemplati da Alesmith, sono stati affiancati prima dalle bottigliette e poi dalle lattine, entrambe da 12 once (35.5 cl.): un formato alla quale la craft beer revolution sembra ormai non poter rinunciare e che si rivela anche utile a “rinfrescare” le vendite di una birra il cui grande successo è magari insediato dalle sempre più numerose concorrenti. 
Nei primi giorni del 2017 sul profilo Instragram di Alesmith appare una misteriosa lattina nera da una pinta accompagnata dal commento “coming soon…”.  L’enigma viene svelato il 27 gennaio quando il birrificio di San Diego annuncia l’arrivo dell’iconica Speedway Stout in lattina, disponibile inizialmente solo in birrificio al costo di 7.99 dollari; nelle settimane successive viene anche distribuita in ventuno stati americani e ad un importatore danese che le ha fatte poi arrivare in tutta Europa. 
Piccola parentesi beer-rating: nel 2014, quando la bevevo per la prima volta, la Speedway Stout era considerata dal popolo del beer-rating come la decima miglior birra al mondo e la nona miglior imperial stout al mondo. Posizione mantenuta nella categoria di appartenenza, mentre a livello mondiale è attualmente scesa al dodicesimo posto.

La birra.
Non vorrei dirlo ma  devo ammettere che l’emozione di berla ora dalla lattina non è la stessa di tre anni fa, quando stappai per la prima volta la generosa bottiglia da 75 centilitri che – per me – era quasi circondata da un’aurea mistica. Terminai il posto sul blog con queste parole: “a bicchiere vuoto sei completamente soddisfatto, ma anche avvolto da un po' di tristezza: quando mai ti capiterà  di riberla”? Non è passato molto, e grazie all’aumento della capacità produttiva è oggi possibile trovare una lattina di Speedway Stout in molti negozi italiani ed europei. 
Il suo aspetto è impeccabile: nera, generoso cappello di schiuma cremosa e compatta dall’ottima persistenza. Al naso è protagonista l’eleganza dei chicchi di caffè (fornito dalla Ryan Bros. Coffee) accompagnata da profumi di orzo tostato, tabacco e cuoio, frutti di bosco, cioccolato; c’è grande pulizia, mentre l’intensità non è particolarmente elevata.  Corpo “quasi” pieno, poche bollicine, sensazione palatale ricca, oleosa quanto basta, morbida e appagante: un buon compromesso che le permette di mantenere comunque una buona bevibilità se si considera la componente etilica  (12%).  Il caffè è il protagonista anche al palato di una imperial stout molto pulita e intensa: annoto caramello e frutti di bosco, eleganti tostature, accenni di cioccolato e liquirizia. L’alcool riscalda tutta la bevuta coccolando chi si trova il bicchiere tra le mani, nel finale una generosa luppolatura arriva a pulire il palato rinforzando l’amaro del caffè e del torrefatto. Speedway Stout: potente e intensa, pulita, elegante, una bevuta sempre di alto livello senza inutili orpelli. Se sono invece gli ingredienti "strani" ad incuriosirvi potete sempre cercare una delle tantissime sue varianti che AleSmith ogni tanto propone.
Formato: 47,5 cl., alc. 12%, IBU 70, lotto e scadenza non riportati, prezzo indicativo 10,00 Euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

Nessun commento:

Posta un commento