lunedì 25 settembre 2017

Fat Head's Brewery: Sunshine Daydream Session IPA, Trail Head Pale Ale & Head Hunter IPA

Nel 1992 a Pittsburgh, Pennsylvania, Glenn e Michelle Benigni aprono il Fat Head’s Saloon: la craft beer non era ancora "esplosa" ma i due coniugi riuscirono ugualmente ad offrire ai propri clienti otto spine e un centinaio di etichette in bottiglia. Michelle si occupa del bar mentre Glenn è in cucina a preparare qui panini chiamati headviches, ovvero grandi come una testa umana, che contribuiranno al successo del locale; al resto ci pensa la diffusione della birra artigianale, e il locale dei Benigni diviene una destinazione da non mancare se si vuole bere bene a Pittsburgh.
Nello stesso periodo in cui il Fat Head’s apre le porte, Matt Cole si diletta con l'homebrewing mentre frequenta l'università di Pittsburgh: per pagarsi gli studi lavora di sera in un bar dove c'è una buona selezione di birre. Qui incontra il sales manager della Pennsylvania Brewing Company che gli offre un lavoro part-time; accetta con entusiasmo e, dopo aver frequentato festival e conosciuto altri giovani birrai, decide che il birraio professionista è quello che vuol fare da grande. La sua formazione passa attraverso esperienze alla Baltimore Brewing Co. e alla Great Lakes di Cleveland, Ohio, prima di diventare birraio per la Rocky River Brewing, ruolo che occuperà per quasi dieci anni attirando l'attenzione degli addetti ai lavori per la qualità delle birre. 
Nel 2008 Cole ha in progetto di aprire un brewpub a North Olmsted, un sobborgo di Cleveland, ed è alla ricerca di investitori: bussa anche alle porte del Fat Head’s Saloon. I Benigni acconsentono a partecipare al progetto a patto che il brewpub si chiami Fat Head's: l'inaugurazione avviene nell'aprile 2009 e il Fat Head's Brewery & Saloon di North Olmsted – 30 spine, 200 posti a sedere e un ampio bancone che può accomodare una trentina di persone – oltre a rifornire le spine del locale di Pittsburgh inizia anche a raccogliere le prime medaglie e i primi riconoscimenti. A quattro mesi dall’apertura la rivista Draft include la Head Hunter IPA tra le “Top 25 beers in the world”: nel 2010 la birra viene premiata con l’argento al Great American Beer Festival, ottenendo il bronzo l’anno successivo.  
I seimila ettolitri prodotti nei primi tre anni di attività non sono ovviamente sufficienti a soddisfare tutta la richiesta e nel 2012 i Benigni e Cole decidono che è il momento di passare da brewpub a birrificio, inaugurando a marzo 2012 il nuovo impianto di Middleburg Heights, ad una decina di chilometri di distanza dal Saloon. Il birrificio, oltre a rifornire i due locali di proprietà, sforna fusti e bottiglie sino ad arrivare a toccare i 37.000 ettolitri l’anno; al Great American Beer Festival la Double IPA JuJu porta a casa l’oro nel 2013 e nel 2015, accontentandosi del bronzo nel 2016. Oro nel 2015 anche per la Black IPA Midnight Moonlight e per la Double Red Ale. Nel novembre del 2014 Fat Head’s attraversa gli Stati Uniti e apre una terza succursale a Portland, Oregon: impianto da 11 ettolitri, 42 spine e quasi trecento posti a sedere.
Sono passati 25 anni dal 1992 e Fat Head’s ha celebrato le proprie nozze d’argento annunciando l’imminente apertura di un nuovo e più ampio sito produttivo da 7000 metri quadrati che a breve sostituirà quello di Middleburg Heights:  un investimento da dodici milioni di dollari per un BrauKon da 82 HL più impianto pilota da 17 HL per rifornire il brewpub annesso, 250 posti a sedere.  L’obiettivo è di raddoppiare la produzione arrivando a 70.000 ettolitri nei prossimi tre anni e a 150.000 nei prossimi cinque; il nuovo stabilimento sorgerà ad un paio di chilometri di distanza da quello attuale ma avrà una maggior visibilità trovandosi ai bordi della Interstate 77. Ma non è finita qui: entro la fine dell’anno è prevista l’inaugurazione di un nuovo Fat Head’s Saloon a Canton, Ohio, settanta chilometri a sud di Cleveland e, nel 2018, a Charlotte (Carolina del Nord).

Le birre.
La Sunshine Daydream Session IPA di Fat Head’s entra in produzione stabile nella primavera del 2014, anche se era già stato possibile assaggiarla l’anno precedente alla spina dei Saloon di Pittrburgh e Cleveland;  il grande successo della All Day IPA di Founders sprona il birraio Cole a realizzare una IPA simile, con poco alcool e tanto luppolo. “Peace, Love & Hoppiness” è il motto riportato sull’etichetta di una birra che s’ispira all’omonima canzone dei Grateful Dead; la ricetta prevede malti Pale, C-15 e Cara-Pils, luppoli HBC 342, Simcoe, Centennial e Citra, lievito American Ale. Il suo colore “West Coast”, tra l’arancio e il dorato, è l’anticipazione di una birra “solare” anche nei profumi: arancia e mandarino, qualche accenno di frutta tropicale e aghi di pino, biscotto. Pulizia, intensità ed eleganza ci sono e anche la sensazione palatale è ottima:  Session IPA con corpo medio-leggero ma mouthfeel molto morbido che non accenna nessuna deriva acquosa. La bevuta mantiene le elevate aspettative create dall’aroma, mettendo in campo un’intensità davvero notevole; i malti sono presenti (miele, biscotto) quasi senza farsi notare,  fresca frutta tropicale e agrumi proseguono un percorso che termina con un amaro di buona intensità nel quale s’incontrano note resinose e vegetali. Session IPA di livello alto, ancora fragrante e molto pulita, da bere praticamente senza sosta.

A giugno 2013 Fat Head’s annuncia l’arrivo della Trail Head: un’American Pale Ale realizzata con lo scopo di racimolare fondi per la Cleveland Metroparks, associazione che si occupa della gestione della manutenzione di diciotto parchi che circondano la città dell’Ohio.  Per ogni pinta, growler o fusto vengono donati rispettivamente 50 centesimi, 1 e 5 dollari ad una fondazione che si occupa del restauro dei percorsi (“trail”) che si snodano all’interno di queste aree. Una birra dedicata alla vita all’aperto trova la sua collocazione ideale all’interno di una lattina, formato che arriva a maggio 2014. La sua ricetta elenca malti Pale, Munich, Crystal e CaraPils, luppoli Simcoe e Citra, California Yeast. Il suo arancio-dorato è più carico rispetto alla Sunshine Daydream, mentre l’aroma affianca agli agrumi, arancia e pompelmo soprattutto, delicate note biscottate. La sensazione palatale, a livello tattile, è forse un pelino pesante anche se la facilità di bevuta non ne risente; la bevuta è rispettosa della tradizione del Midwest americano con caramello e biscotto ben percepibili ma non invadenti a supportare il dolce di arancia e pompelmo. Chiude con un amaro di discreta intensità caratterizzato da note terrose, vegetali e quasi un accenno di tostatura. APA molto ben fatta, semplice, pulita e precisa, anche questa di ottimo livello.

Chiudiamo con la birra che è attualmente quella maggiormente venduta da Fat Head’s:  la Head Hunter IPA. Viene prodotta dal 2009, anno in cui il birraio Cole non osa iscriverla al Great American Beer Festival in quanto non la ritiene in grado di competere con la sue “grandi sorelle” della West Coast. Decide invece di mandarla al più piccolo ma altrettanto rinomato festival che si tiene al locale The Bistro ad Hayward, California: la Head Hunter se ne torna a casa con una medaglia d’oro, risultando la  Weast Coast IPA non prodotta da un birrificio della West Coast  a vincere. L’anno successivo il GABF la premierà con un argento.
Incivile e aggressiva, questo lo slogan che l’accompagna; la ricetta si è evoluta nel corso degli anni modificando il mix dei luppoli che attualmente include Columbus, Simcoe e Centennial; i malti utilizzati sono Pale, CaraMalt, C-15 e Cara-Pils, lievito American Ale. Nel bicchiere si presenta di colore velato, con qualche venatura arancio e una cremosa e compatta testa di schiuma bianca. L’aroma è pulito e intenso, elegante, valorizzato dalla freschezza di due settimane in bottiglia: profumi tropicali, soprattutto di ananas, s’affiancano a quelli di pompelmo e arancia e a note di aghi di pino e terriccio umido. Mouthfeel perfetto, facilità di bevuta eccellente per una IPA che dichiara ABV 7.5% ma riesce a nascondere l’alcool abbastanza bene. Una leggera base maltata (biscotto, miele) sostiene la generosa luppolatura che indugia prima su tropicale e pompelmo per poi accelerare con un finale amaro resinoso di buona intensità e grande eleganza.  Una IPA di livello davvero alto, pulitissima, elegante, potente ma facile da bere, bilanciatissima in tutte le sue componenti: siamo a Cleveland ma con questa bottiglia tra le mani il lago Erie potrebbe facilmente trasformarsi nell’oceano Pacifico che bacia la West Coast.

Nel dettaglio:
Sunshine Daydream Session IPA, 35.5 cl., alc. 4.9%, IBU 60, imbott. 06/07/2017, 2.10 $
Trail Head Pale Ale, 35.5 cl.,  6.3% ABV, IBU 55, imbott. 02/08/2017, 2.10 $
Head Hunter IPA, 35.5 cl., 7.5% ABV, IBU 87, imbott. 28/7/2017, 2.10 $

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