lunedì 22 maggio 2017

Lervig SuperSonic

E’ arrivata un paio di mesi dopo la sorella minore Tasty Juice e in poco più di un mese è già annoverata tra le 50 migliori Double IPA al mondo grazie al giudizio di ben (!) cinquanta bevitori:  questo quanto elaborato dagli assurdi algoritmi di  Ratebeer, popolare sito di beer-rating. Meglio lasciare allora perdere le statistiche per passare alla sostanza: sto parlando della Supersonic, Double IPA (8.5%) prodotta da Lervig che continua il filone delle New England / Juicy IPA sul quale si muoveva la Tasty Juice alzando l’asticella dell’alcool da 6 ad 8.5%. 
Ecco come il birrificio di Stavanger guidato dal birraio Mike Murphy descriveva la nascita della sua prima New England IPA: “siamo tornati da un viaggio a Boston con l’ispirazione giusta per salire sul treno delle Juicy. La cosa divertente è la prima volta che ne abbiamo visto una abbiamo domandato se ci fossero stati dei problemi con il fusto…  ma poi: puro succo!  Il problema di queste birre è che devono essere bevute immediatamente, la freschezza è la loro essenza;  vi sentirete come se foste in un birrificio ad assaggiare una IPA direttamente dal fermentatore. Non compratela se non pensate di berla in fretta. L’abbiamo messa in lattina per meglio preservarne il carattere luppolato".  
Il birrificio la definisce una “more than double-hopped double IPA”: tanto, tantissimo Citra (ma forse non solo) per ottenere un impressionante intensità di frutta tropicale. C’è tutto quello che serve per navigare sull’hype: lo stile più in voga del momento (New England IPA), il formato più in voga del momento (lattine) con un’etichetta a sostituire la serigrafia, proprio come fanno la maggior parte dei birrifici del New England più amati dai beer-geeks.

La birra.
Nel bicchiere c’è un torbido succo di frutta arancione sul quale si forma una discreta testa di schiuma biancastra; compattezza e persistenza sono abbastanza dignitose per questo "sotto stile” di IPA che non fa dell’apparenza il suo punto di forza.  L’aroma è una bomba tropicale, un succo di frutta zuccherato nel quale domina l’ananas con il mango alle calcagna; potete poi divertirvi a scorgere la papaia, il frutto della passione e altri frutti esotici  anche se l’eleganza non è la caratteristica principale di un naso molto intenso, potente, ruffiano e abbastanza pulito. Il gusto è un po' meno sfacciato e, sopratutto, meno pulito: la bevuta ricalca l'aroma insistendo su ananas e mango, regalando di fatto quel succo di frutta che ci si aspetta quando si stappa una New England IPA. Impressionante è piuttosto il modo in cui l'alcool è nascosto: i gradi (8.5%) sono davvero inavvertibili e la birra scorrerebbe pericolosamente se non avesse quel raschiare, quel pizzicare in gola dell'amaro vegetale che arriva dopo ogni sorso e che, di fatto, rallenta drasticamente il ritmo di sorsata.  La situazione non è drammatica, la birra è ugualmente molto godibile ma negare questo piccolo intoppo sarebbe mentire: l'amaro è perlomeno breve e il retrogusto è di nuovo un tuffo nel succo tropicale.
Lattina con un mese scarso di vita alle spalle e birra molto fresca ma "supersonica" solo nell'aroma: quel pizzicore in gola è almeno per me un fattore di disturbo che fa restare la birra più del dovuto nel bicchiere e che, dopo la meraviglia dei primi sorsi, fa quasi venir voglia di bere qualcos'altro.
Formato: 50 cl., alc. 8.5%, imbott. 18/04/2017, scad. 18/10/2017, prezzo indicativo 7.00-8.00 Euro (beershop).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

1 commento:

  1. Mah, provata qualche giorno fa. Molto sinteticamente l'ho trovata troppo troppo dolce. Per me, bocciata.

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