giovedì 16 marzo 2017

Magic Rock Inhaler

Ritorna sul blog il birrificio inglese Magic Rock, del quale vi avevo già parlato in queste occasioni e che nel 2015  ha finalmente trovato una nuova casa nel sobborgo di Birkby (Huddersfield, West Yorkshire): i nuovi impianti  (10.000 hl/anno con possibilità di arrivare sino a 70.000) hanno finalmente permesso di ampliare la distribuzione che, a parte qualche rara bottiglia, era avvenuta esclusivamente tramite fusti. La scelta è caduta sulle (modaiole) lattine che sono cominciate ad arrivare anche nel nostro paese con un rinnovamento alle già belle etichette delle bottiglie d’esordio: la parte grafica è da sempre curata dal designer Richard Norgate, che dopo aver legato l’identità visiva di Magic Rock al mondo del circo si è ultimamente dedicato a disegnare simpatici piccoli mostri. 
Juicy è l’aggettivo più di moda tra i beergeeks ed anche Stuart Ross, head brewer di Magic Rock, non si sottrae alla sfida: se la “juicy” finisce poi in una lattina e se il birraio ha vinto un premio per la sua barba (sic!), l’hype aumenta esponenzialmente. 
Inhaler è la Pale Ale (o Session IPA, secondo Ratebeer) che debutta a marzo 2016 in fusto ed il mese successivo in lattina. Non si tratta esattamente di una birra che cerca di imitare le New England IPA ma vuole enfatizzare il carattere “fruttato” e succoso conferito dal late e dry-hopping: l’ispirazione – ammette Ross – è venuta dalle produzioni di un altro birrificio inglese molto in voga, Cloudwater:  “è innegabile che il nostro birrificio si sia inizialmente ispirato alle IPA della West Coast, più amare e limpide all’aspetto. Ma dopo aver bevuto alcune IPA americane e inglesi torbide e poco amare ed aver collaborato con il birrificio Other Half  di Brooklyn, devo dire che anche noi ci sentiamo ispirati da questa nuova tendenza che ha preso piede nell’ultimo anno".

La birra.
Malti Crystal T50, Golden Promise e Imperial, luppoli Amarillo, Citra, Equinox, Galaxy, Mosaic e Simcoe: a questi ingredienti il compito di realizzare una Pale Ale sessionabile (4.5%) e “juicy”.  Nel bicchiere è di color arancio carico piuttosto opalescente e forma una testa di schiuma biancastra un po’ grossolana ma dalla buona persistenza. La frutta che domina l’aroma è piuttosto dolce, zuccherina, matura: mango, passion fruit, ananas, melone, pompelmo rosa. L’intensità è buona mentre pulizia ed eleganza, come sovente accade per queste birre che mirano al “juicy”, hanno ampi margini di miglioramento. Il corpo è medio-leggero, con poche bollicine e quella ottima scorrevolezza che ogni session beer deve avere: non ci sono aspirazioni di cremosità. Al palato c’è davvero una notevole intensità ma anche qui la finezza non è di casa: dominano gli stessi frutti dell’aroma che lasciano giusto intravedere la base maltata (biscotto); l’amaro è di modesta intensità, si muove sulle coordinate erba/vegetale/resina ma finisce per “raschiare” un po’ in gola. Il risultato?  Interpretate l’aggettivo “juicy” in senso lato: nessuno sguardo al New England ma piuttosto una session beer davvero molto intensa ma un po’ rozza. Se siete disposti a sacrificare l’eleganza in favore del carattere “succoso”, questa è per voi. Per il resto la gamma Magic Rock offre molte altre alternative che valorizzano quello che qui è stato sacrificato: Ringmaster (3.9%) e High Wire (5.5%)
Formato: 33 cl., alc. 4.5%, lotto illeggibile, scad. 21/06/2017, prezzo indicativo 4.00/4.50 Euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

Nessun commento:

Posta un commento