domenica 11 dicembre 2016

EastSide Brewing: SunnySide & SeraNera

Debutta oggi sul blog Eastside Brewing, birrificio di Latina fondato nel 2013 da cinque soci: Luciano Landolfi, Tommaso Marchionne, Alessio Maurizi, Cristiano Lucarini e Fabio Muzio. 
La storia di EastSide inizia con l'homebrewing o meglio dall'incontro di due homebrewers, Luciano e Tommaso, che uniscono le loro forze e iniziano a far assaggiare le proprie birre a parenti e conoscenti. Tra questi vi è Alessio, amico e compagno di squadra di Luciano a partire dalle giovanili della Virtus Basket Latina, già imprenditore nel settore delle energie rinnovabili: è lui a spronare i due homebrewer a passare nel mondo dei professionisti e così, dopo qualche tentennamento, nasce nel 2013 la beerfirm EastSide che si appoggia inizialmente agli impianti di Malto Vivo, a quel tempo guidato dal birraio Luigi Serpe. 
Il debutto avviene con la APA Soul Kiss, il cui riscontro positivo spinge i birrai a cimentarsi con altre due ricette, la IPA SunnySide a la Brown Ale Sweet Earth. La messa in funzione degli impianti propri arriva prima del previsto bruciando un po' la  tabella di marcia che i soci si erano prefissati dall'inizio: nel 2015 viene inaugurato il birrificio di Latina, sala cotte a 2 tini da 14 ettolitri con sei fermentatori da 30 HL e 2 da 15 HL. 
La produzione è oggi divisa tra sei birre disponibili tutto l'anno (SunnySide, Soul Kiss, SeraNera, Sweet Heart, Beeraway e Berenice) e quattro stagionali, se non erro al momento disponibili solo in fusto: Spring Break (American Wheat), l'estiva Six Heaven (American IPA con cocco tostato), l'autunnale Bimba Mia (Hoppy Saison con brettanomiceti) e l'invernale Fumo Lento (Smoked Baltic Porter). In aggiunta ci sono anche una decina di altre birre prodotte occasionalmente con l'intento di farle entrare un giorno in produzione più o meno regolare.
Devo innanzitutto ringraziare Luciano di EastSide che mi ha inviato da assaggiare le sei birre prodotte tutto l'anno, disponibili in formato 33 e 75 centilitri; quest'ultimo è pensato alla ristorazione, settore in cui il birrificio - nonostante la situazione nel nostro paese non sia  ancora molto incoraggiante - dice di credere moltissimo.
Prima di partire con gli assaggi non resta che citare le belle etichette realizzate da Roberto Terrinoni, ognuna delle quali racconta una breve storia per immagini collegata alla birra o alle passioni dei soci del birrificio. 

Le birre.
Partiamo dalla American IPA SunnySide, la cui etichetta richiama il (falso) mito delle IPA nate per essere inviate ai coloni inglesi ed il sole della West Coast, mentre il nome riguarda l'esposizione privilegiata alla luce del sole che nel corso dell'anno ha la città di Latina: lo sapevate? L'interpretazione West Coast avviene per mezzo di Citra, Simcoe, Columbus, Chinook e Mosaic.
Al solito la fotografia rende la birra più scura del reale: nel bicchiere è solare (oro antico) e leggermente velata; la bianca schiuma, non troppo generosa, è cremosa e compatta ed ha un'ottima persistenza. La bottiglia ha poche settimane di vita ed il naso trasmette freschi profumi di pompelmo e arancio, frutta tropicale (mango e ananas); in sottofondo qualche nota dank a completare un bouquet semplice ma elegante e pulito, dall'ottima intensità. Il percorso continua in linea retta al palato dove c'è un bel carattere fruttato a guidare le danze: sopratutto pompelmo, con frutta tropicale ad aggiungere preziosi dettagli. Presenza dei malti (lieve biscotto, cereale) molto leggera, ottima attenuazione e finale che spinge sull'amaro della resina e del pompelmo senza eccessi e mantenendo sempre un buon equilibrio. IPA pulita e facile da bere, alcool (7%) ben nascosto, corpo medio e poche bollicine a formare un mouthfeel morbido, molto gradevole.  Interpretazione stilistica scevra di caramello che rientra perfettamente nelle mie corde: profumi e gusto sono valorizzati al massimo dalla freschezza, ottima intensità, carattere fruttato dominante ma non cafone, davvero una bella bevuta.

Oscuriamo ora il bicchiere e passiamo alla Sera Nera, una Cascadian Dark Ale la cui etichetta rappresenta il momento ispiratore di uno scritto, nel caso specifico la ricetta di una birra, con le gocce d'inchiostro che rivelano la notte, la luna e le stelle. Il nome è un omaggio all'omonima canzone di Tiziano Ferro, nato a Latina. Cascadian Dark Ale quindi, stile che nei concorsi e in quasi tutte le guide agli stili (BJCP in primis) viene equiparato a quello delle Black IPA. In realtà ci sarebbero delle leggere differenze, come spiega Mitch Steele nel suo libro IPA: le Black IPA sono nate all'inizio degli anni 90 in Vermont, mentre qualche anno dopo sull'altra costa statunitense, in Oregon, delle birre scure abbondantemente luppolate presero il nome di Cascadian Dark Ale, come omaggio alle materie prime (luppolo) locali. Le Black IPA sarebbero sostanzialmente delle semplici IPA colorate di nero, con un carattere tostato quasi impercettibile; le CDA non sarebbero invece neppure nere ma di color marrone scuro e le tostature, benché non pronunciate come in una Stout/Porter luppolata, non dovrebbero essere completamente eclissate dalla luppolatura.
Cascade, Columbus, Chinook e Simcoe sono i luppoli utilizzati da EastSide in una birra che appare comunque di color nero, con un compatto e cremoso cappello di schiuma che rimane per lungo tempo nel bicchiere. L'intensità dell'aroma fa qualche passo indietro rispetto alla SunnySide ma è ugualmente pulito: pompelmo, caffè, tostature e note terrose convincono fianco a fianco rilegando in sottofondo qualche accenno di frutta tropicale. Il gusto riporta subito in alto l'asticella dell'intensità con una bevuta nella quale entrano in campo all'inizio caffè, orzo tostato e torrefatto, seguiti dal pompelmo e, in quantità minore, frutta tropicale; c'è un sottofondo torrefatto che entra ed esce delicatamente di scena più volte nel corso della bevuta, mentre nel finale amaro convivono note resinose, tostate e terrose, con il pompelmo che non disdegna di fare un capolino anche nel retrogusto. Anche qui c'è una bella intensità, una buona secchezza ed un ottimo livello di pulizia; poche bollicine, corpo medio, la sensazione palatale rimane ugualmente morbida e leggermente cremosa nonostante la ricetta prevede una piccola percentuale di segale; le poche settimane di questa bottiglia fanno il resto valorizzando la generosa luppolatura.
Due birre ben fatte e di ottimo livello, debutto convincete sul blog di un birrificio ancora giovane ma che sta lavorando davvero bene: teneteli d'occhio.
Nel dettaglio: 
SunnySide, formato 33 cl., alc. 7%, lotto 51 16, scad. 11/2017, prezzo indicativo 4.50 Euro
SeraNera, formato 33 cl., alc. 6.5%, lotto 48 16, scad. 11/2017, prezzo indicativo 4.50 Euro

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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