venerdì 16 settembre 2016

Evil Twin I Love You With My Stout

Divertendosi a spulciare Ratebeer si può calcolare che la beerfirm danese-americana Evil Twin ha prodotto dal 2010 ad oggi 219 birre, ovvero 30 birre nuove ogni anno; il numero sarebbe di molto maggiore se si prendessero in considerazione anche tutte le collaborazioni. Di queste 219 birre ce ne sono ben 48 che vengono classificate nella categoria Imperial Porter/Imperial Stout, ovvero una ogni 4,5.  Ma se si scava un po’ più a fondo si scopre che queste 48 birre non sono altro, per la maggior parte, che figliastre di quattro “birre madri”, se mi passate il termine:  Even More Jesus, Imperial Biscotti Break, Soft Dookie, Imperial Doughnut Break: quasi tutte le altre 44 altro non sono che varianti di queste, create con aggiunta di un qualche ingrediente più o meno strano o invecchiate in diverse botti. 
Prendiamo ad esempio il caso della Imperial Stout di oggi, chiamata I Love You With My Stout.  Jeppe Jarnit-Bjergsø,  “gemello cattivo” (Evil Twin) di Mikkel Borg Bjergsø (Mikkeller) ammette che è spesso sua moglie, che di professione fa il copywriter, a scegliere i nomi per le birre.  In questo caso il nome è curioso ma ancora più curiosa è la farraginosa descrizione sull’etichetta: “quanto ho copiato la famosa Even More Jesus mi sono chiesto, in quanto artista.. perché lo sto facendo? Non ne avevo idea, fu un istinto che riguardava la birra in quanto forma pura…. Nel senso che questa stout è una metafora di libertà. La somma di tutte le bellezze che mi circondano”. 
Qualcuno, perplesso da quelle parole, ha avuto la buona idea di chiedere a Jeppe che cosa significasse “copiare una propria birra” e, soprattutto, se  Even More Jesus e I Love You With My Stout fossero la stessa identica birra. Nessun problema per "il gemello cattivo" a rispondere subito all'email: “sono diverse, ma ispirate l’una all’altra. I Love You With My Stout è prodotta in un altro birrificio  in quantità maggiori. Abbiamo dovuto adattare la ricetta ai nuovi impianti, e siccome la birra non è esattamente la stessa, anche se molto simile, le abbiamo dato un nome nuovo”. 
Per ricapitolare, lasciando fuori l’aspetto artistico o poetico:  Even More Jesus (11,54% abv) è prodotta alla Westbrook in formato 65 cl.; I Love You With My Stout (12%) è prodotta alla Two Roads Brewing Company nel formato 35.5 cl. Sono uguali? Quasi. Magari bevetele una dopo l'altra per scoprire quali sono le differenze.

La birra.
Assolutamente nera, forma un generoso cappello di schiuma color cappuccino cremosa e compatta, dall’ottima persistenza. L’aroma non si mostra però all’altezza dell’aspetto sontuoso, facendo un grosso passo indietro: la componente etilica è predominante e sottomette i profumi di caffè, liquirizia, carne, fruit cake. L’intensità è scarsa, il bouquet non è di quelli “golosi” che ti fanno venir subito voglia di bere quello che c’è nel bicchiere. Fortunatamente il gusto è tutt’altra cosa, a partire dal mouthfeel molto soddisfacente: corpo pieno, una viscosità oleosa che tuttavia mantiene una discreta capacità di scorrimento senza arrivare alla soglia del “masticabile”; le bollicine sono poche e la birra risulta molto morbida ed avvolgente. La bevuta parte dolce, con melassa, caramello e liquirizia inzuppati nell'alcool, uvetta e fruit cake; le tostature dell’orzo ed il caffè fanno inizialmente un po’ fatica a tener testa al dolce, con l’amaro che riesce a conquistare il palcoscenico solo alla fine, grazie all’aiuto della generosa luppolatura. Si chiude con resina e anice che accompagnano il torrefatto, l’alcool riesce ad asciugare buona parte della componente zuccherina e diventa protagonista del lungo retrogusto, abbracciando uvetta, cioccolato e tostature. 
Imperial Stout possente che richiede un lento sorseggiare: i primi sorsi non conquistano del tutto ma lasciandola per gioco forza nel bicchiere la bevuta si apre e regala belle soddisfazioni per chi cerca di scaldarsi in una serata autunnale o invernale. La sua potenza ed opulenza non vanno di pari passo con pulizia ed eleganza, non c’è invero una grossa complessità a contorno dell’importante gradazione alcolica ma quello che c’è basta per dare forma ad una birra-dessert capace di tener compagnia per tutta la serata.
Formato: 35,5 cl., alc. 12%, lotto 176:14, prezzo indicativo 4.80/5.50 Euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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