lunedì 30 maggio 2016

18th Street Cone Crusher

Non si trova nella diciottesima strada del quartiere Pilsen di Chicago: per Drew Fox quello è rimasto solo un sogno. Gli elevati costi  della più grande città dell’Illinois lo hanno obbligato a spostarsi a Gary (Indiana), un sobborgo ad una quarantina di chilometri, dove poter far frequentare ai propri figli una buona scuola privata ma economicamente sostenibile.  Gary, fondata nel 1906, oltre ad avere dato i natali a Michael Jackson (no, purtroppo non il beer hunter!) era un importante  centro siderurgico oggi ormai in declino.
Drew lavorava nel ramo alberghiero, e durante una vacanza rigenerante in Belgio (Brussels, Bruges, Ghent) scopre la magia di una Witbier: ritornato negli Stati Uniti s’innamora della cosa più simile a quella bevuta in Europa, ovvero la Blue Moon e al tempo stesso inizia a frequentare la taproom del microbirrificio Half Acre, appena inaugurato (2006). Al lavoro viene promosso manager della Lobby Lounge dello Swissotel di Chicago e ha l’idea d’inserire craft beers tra le spine del bancone, ottenendo un ottimo riscontro dai clienti; nel 2008 inizia con l’homebrewing inizia arrivando costruirsi (2010) nel retro di casa propria un piccolo laboratorio da trenta metri quadrati dove installa un impianto SABCO.  
In quello stesso periodo conosce Gerrit Lewis del neonato birrificio Pipeworks di Chiacago, che lo invita a dargli una mano: ogni settimana, dopo il lavoro, trascorre un paio di serate da Pipeworks, un’esperienza formativa fondamentale che lo convince definitivamente a mettersi in proprio. Fox ha però a disposizione solamente 10.000 dollari, un po’ pochi:  la maggior parte di quello che manca viene raccolto attraverso il crowdfunding di Kickstarter. Il nome rimane quello del sogno “originale”: 18th Street Brewery, e la comunità di Gary è pronta a dare il benvenuto al suo primo birrificio, che trova casa nel quartiere di Miller Beach, ad un paio di miglia dalle sponde del Lago Michigan. 
Il birrificio debutta nell’autunno del 2013 ma a fine anno i  beergeeks di Ratebeer lo hanno già eletto come “Best New Brewery” dello stato dell’Indiana. Forse anche grazie quell’hype, a  soli 12 mesi dall’apertura Drew Fox annuncia bellicosi piani d’espansione volti a raddoppiare i volumi di produzione e portarli a 1000 barili. 18th Street Brewery è anche diventato il primo birrificio dell’Indiana del nord a mettere la birra in lattina e nello scorso febbraio ha inaugurato il nuovo sito produttivo di Hammond, a 20 chilometri da Gary, 1500 metri quadrati con taproom e cucina. La sede originale di Gary  (5725 Miller Avenue) rimane ancora aperta, anche se solamente con la funzione di taproom con cucina, nell'attesa che venga inaugurata la più accogliente nuova taproom al 614 di S Lake Street, a poche decine di metri di distanza.

La birra.
Arriva in una lattina avvolta da una delle splendide etichette realizzate dall’artista di Chicago Joey Potts: un pugno che strizza un cono di luppolo, nello specifico l'Amarillo che è il luppolo protagonista di questa Double IPA (8.6%). 
La fotografia la rende più scura di quanto sia in realtà: il suo vestito è tra l'arancio ed il dorato e forma un notevole cappello di schiuma biancastra, compatta e cremosa, dall'ottima persistenza. La lattina non indica purtroppo la "data di nascita" ma questa birra denota comunque ancora una freschezza accettabile, accompagnata da una buona intensità ed un ottima pulizia: pompelmo, arancio, mango, ananas e passion fruit s'intrecciano con le note resinose a creare un bouquet classico ma non per questo poco interessante. Al palato l'abbondante luppolatura è sostenuta da una base maltata che rimane nei paraggi di biscotto e miele senza sconfinamenti caramellosi o dolcioni e lasciando campo libero alle note succose della frutta tropicale (mango, ananas) prima e del pompelmo poi. L'amaro cresce con una bella progressione che sfocia in un finale intenso ricco di note resinose, pungenti e quasi pepate, sospinte da un leggero tepore alcolico, sino ad allora rimasto abbastanza in disparte. Double IPA molto pulita e godibile, ancora abbastanza fragrante nonostante l'attraversamento oceanico: c'è il giusto (intenso) livello d'amaro con una bella controparte fruttata e succosa a fare da sparring partner, il tutto completato da un ottimo mouthfeel, morbido e molto gradevole, appagante.
Formato: 35.5 cl., alc. 8.6%, lotto e scadenza non riportati, 6.00 Euro (beershop, Italia).

NOTA:  la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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