sabato 9 aprile 2016

Hammer Killer Queen

Nuovo appuntamento con Hammer di Villa d'Adda (BG) che ha aperto le porte nel maggio dello scorso anno e che dunque si appresta a festeggiare il primo compleanno. Li avevo incontrati per la prima volta in occasione della Wave Runner IPA poi seguita dalla Bulk Porter.  
Il birraio di Hammer Marco Valeriani non nasconde certo il suo amore per il luppolo, peraltro già espresso nelle ottime ricette elaborate durante la sua precedente esperienza al birrificio Menaresta; è qui che ha realizzato una delle birre di maggior successo, la Double IPA 22 La Verguenza.
A gennaio 2015, mese dell'annuncio della dipartita di Valeriani da Menaresta, molti appassionati birrofili italiani si saranno fatti qualche domanda sul futuro di questa birra; a più di un anno di distanza direi che è andato tutto per il meglio. La Verguenza continua ad essere prodotta da Menaresta e Valeriani, arrivato da Hammer, ha sfornato una nuova Double IPA. Killer Queen, questo il nome scelto di quello che è un omaggio musicale all'omonimo brano dei Queen, pubblicato nell'ottobre del 1974 ed estratto dal loro terzo album Sheer Heart Attack. Primo vero successo commerciale del gruppo (raggiunse il secondo posto nel Regno Unito ed il dodicesimo negli USA), il singolo fu scritto da Freddy Mercury in una notte, completato il giorno successivo e narra di una ragazza squillo d'alta classe che "beve Moët et Chandon e mangia caviale". Sull'etichetta della birra appaiono una ghigliottina, un riferimento alla (morte della) regina Maria Antonietta citata nel brano dei Queen ed una boccetta di profumo (a forma di luppolo) anch'esso incluso nel testo della canzone.

La birra.
Simcoe, Chinook, Centennial, Columbus, Citra ed Amarillo, questo il parterre di luppoli scelto per la Killer Queen che arriva nel bicchiere di un colore velato a metà strada tra il dorato e l'arancio; la schiuma bianca e cremosa non è particolarmente ampia e neppure molto persistente. La bottiglia ha poche settimane di vita e l'aroma ne riflette tutta la freschezza: dominano gli agrumi (limone, cedro, pompelmo) con qualche intermezzo dolce di polpa d'arancia e  frutta tropicale come ananas e mango. L'intensità non è esplosiva ma eleganza e soprattutto pulizia sono ineccepibili. Al palato risulta molto gradevole e morbida, con una carbonazione contenuta e un corpo medio; il gusto è speculare ai profumi: qui è la frutta tropicale a dominare, componendo una succosa e "ruffiana" macedonia di ananas, mango e papaia su una base maltata leggermente biscottata. L'amaro si fa un po' attendere, arrivando proprio a fine corsa con le sue note resinose intense ma non al punto da spostare la bevuta in quella direzione; il dolce del tropicale rimane sempre presente, bilanciato anche da una buona secchezza. L'alcool rimane sempre ben nascosto portando un lieve tepore solamente nel retrogusto, dove permane una leggera scia amara resinosa. Killer Queen è una Double IPA che si lascia bere abbastanza facilmente a dispetto della sua gradazione alcolica: l'abbondanza di frutta dolce tropicale la rende molto piaciona senza nessuna deriva "dolciona", soprattutto ora che la bottiglia è ancora molto fresca. Per il mio gusto personale le manca un pochino d'amaro, ma siamo comunque in presenza di una delle migliori rappresentanti italiane dello stile. 
Formato: 33 cl., alc. 8%, IBU 100+, lotto 036B, imbott. 03/2016, scad. 30/09/2016, 5.50 Euro (beershop, Italia).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

2 commenti:

  1. Il prossimo passo è la Koral (Pacific IPA), peccato che tu ti sia perso la Workpiece Pacific IPA (dalla quale è nata appunto la Koral) perché a mio modestissimo parere era ancora meglio!:)

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    1. La Koral l'ho in frigo, purtroppo la Workpiece l'ho mancata.. :(

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