giovedì 28 gennaio 2016

Urban Chestnut Apotheosis

Florian Kuplent  e David Wolfe sono colleghi alla Anheuser-Busch (Budweiser, per gli ignari) di  St. Louis, Missouri:  all’interno della divisione New Product and Innovations, David si occupa di marketing, mentre Florian è il birraio intento a lavorare alla realizzazione delle cosiddette birre “crafty”, poi concretizzate nelle Michelob. 
Florian è tedesco, nato a Mueldorf (Baviera) e  diplomato mastro birraio a Weihenstephan: dopo una breve esperienza come birraio alla New England Brewing Co.  (Norwalk, Connecticut) la sua carriera lo porta a lavorare con la Brauerei Beck’s (Brema, Germania) e con  la Brouwerij Moortgat (Belgio) prima di arrivare a Londra per aiutare la nascente Meantime Brewery a mettere in funzione il suo primo impianto. In Inghilterra trova anche l’amore e per seguire la moglie americana si trasferisce negli Stati Uniti dove viene assunto alla Anheuser-Busch. 
Nel 2010 Florian Kuplent  e David Wolfe si licenziano per fondare la Urban Chestnut Brewing Co., inizialmente un piccolo brewpub (con annesso Biergarten) nel centro di di  St. Louis che apre le porte ad inizio 2011. Gli spazi divengono però abbastanza in fretta troppo ristretti e già nel 2013, anno in cui vengono prodotti 7.000 barili,  viene annunciato un piano d’espansione da 10 milioni di dollari con l’apertura di un secondo birrificio a St. Louis (capacità 60 bbl) con un potenziale annuo di circa 15.000 barili e di futura espansione sino a 100.000. 
A gennaio 2015 Kuplent  e Wolfe annunciano anche l’imminente apertura di una succursale in Germania, precisamente a Wolnzach, in pieno Hallertau, 60 chilometri a nord di Monaco di Baviera. La “Urban Chestnut Hallertauer”, guidata dal birraio Georg Seitz, debutta alla fine della scorsa estate con un impianto da 17 barili diventando  se non erro  la prima “succursale” di un birrificio americano in terra tedesca  e – di fatto -  battendo sul tempo l’hype ed il clamore dell’analogo progetto di Stone a Berlino .  Attualmente la produzione rimane focalizzata sugli stili tedeschi, con l’unica eccezione di una Pale Ale, mentre negli Stati Uniti Urban Chestnut propone la serie “Revolution”, d’ispirazione americana, e quella “Reverence” che invece guarda alla tradizione Europea. 
C’è tradizione europea anche nel nome scelto; il “castagno urbano” rimanda infatti a quegli alberi che in Germania venivano piantati sul terreno al di sopra delle cantine sotterranee dei birrifici, per  mantenere più fresca la temperatura durante l’estate. Divenne quasi naturale per i bevitori approfittare di quell’ombra e spostarsi là a bere le birre servite direttamente dalle botti, dando di fatto origine a quello che oggi viene chiamato Biergarten.
Apotheosis è il nome scelto per una saison che venne prodotta la prima volta assieme al pub The Royale di St. Louis, in occasione della festa di Luigi IX di Francia, il Re al quale la città del Missouri deve il suo nome; l'Apoteosi di Luigi IX è una statua posta in cima alla collina Art.  La ricetta chiama frumento, malti Pilsner e Monaco, Hallertau Perle e Hallertau Saphir come luppoli.
Di colore oro antico, leggermente velato, forma una bella testa di schiuma bianca, cremosa e compatta, dalla buona persistenza anche se non particolarmente generosa per lo stile. L'aroma offre una delicata speziatura che richiama il coriandolo, profumi floreali e di miele, paglia, pera, agrumi. Non c'è una gran intensità ma quello che si avverte è molto pulito e caratterizzato da una buona finezza. Al palato arriva con corpo medio-leggero e una carbonazione un po' troppo bassa per lo stile; la morbidezza ne guadagna, ma la vivacità viene quasi azzerata. La bevuta è comunque soddisfacente grazie ad un ottimo livello di pulizia e ad una grande intensità a fronte di una gradazione alcolica (5.3%) contenuta. Il gusto ha buona corrispondenza con il naso, con biscotto e miele a formare la base maltata che affianca le note fruttate di arancia, mela e pera accompagnate da una delicata speziatura  (coriandolo) donata dal lievito; la bevuta parte dolce per essere poi bilanciata dall'acidità del frumento e da un delicato finale amaricante terroso. Ne risulta una saison elegante ma poco secca e che tuttavia perde per strada le sue stesse radici, quel carattere rustico e ruspante che ci dovrebbe invece sempre essere: probabilmente una saison "urbana" di nome e di fatto, ma se ci si accontenta si  riesce comunque a bere abbastanza bene.
Formato: 50 cl., alc. 5.3%, IBU 18, imbott. 12/05/2015, pagata 4.46 Euro (beershop, Germania).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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