domenica 21 giugno 2015

Tilmans Brown Ale

Secondo incontro con Tilmans Biere, beerfirm di Monaco di Baviera attiva da aprile 2014 e presentatavi in occasione dell'assaggio della Das Helle. Al timone c'è il giovane Tilman Ludwig, nel suo passato un po’ di homebrewing, un diploma da birraio all’università di Weihenstephan, un paio di anni in Svizzera lavorando alla Huus Braui e poi il ritorno a Monaco per da vita alla propria beerfirm. Lo aiutano Ian Pyle, birrario americano emigrato ad  Amburgo alla Ratsherrn Brewery, e Richard Hodges, altro americano che lavora/collabora con  Crew Republic.  
Dopo una buona interpretazione moderna di uno stile classico (la Helle), ecco Tilman alle prese con una Brown Ale che viene prodotta presso la Weissbräu Schwendl am Chiemsee; la tribale etichetta è realizzata dall'artista (disegnatore e scrittore) di Monaco Mikael Ross.
La ricetta prevede un ceppo di lievito inglese, malti chiari e scuri prodotti con orzo coltivato in Baviera (Monaco, Chiemgau, Jura e Alto Palatinato), luppoli americani (Citra e Centennial).
Si presenta di color ambrato carico velato con riflessi più chiari ramati; la schiuma che si forma è compatta e cremosa, con un'ottima persistenza. Il naso è pulito, con passion fruit, papaya, ciliegia e melone a comporre un aroma dolce ma dall'intensità abbastanza sotto tono, caratteristica che purtroppo ritorna anche in bocca. 
La bevuta offre leggero pane tostato, caramello, frutta tropicale dolce a richiamare l'aroma: la pulizia non è impeccabile e la chiusura amara (terra, radici, tostature) un po' troppo timida e corta, lievemente astringente.  Leggera e caratterizzata da una carbonatazione fine ma un po' troppo sopra le righe per lo stile, scorre molto bene come da  tradizione tedesca risultando però un po' sfuggente; in una Brown Ale mi aspetterei di trovare anche una discreta ricchezza e complessità dei malti, che qui invece vengono rilegati in secondo piano. A sua parziale discolpa una data di scadenza piuttosto vicina che però non mi dice molto sulla sua nascita. Anche questa birra mi sembra contagiata da quella specie di "morbo" che affligge molti dei nuovi microbirrifici tedeschi: le loro interpretazioni degli stili anglosassoni sono ancora piuttosto timide e solo lontane parenti degli originali. Meglio, molto meglio quando si cimentano con la loro tradizione, sia riproducendola fedelmente che reinterpretandola con qualche luppolo extra-europeo. 
Formato: 33 cl., alc. 5.8%, scad. 12/08/2015, pagata 1.69 Euro (beershop, Germania).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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