martedì 28 aprile 2015

Hopfanatic Trance India Pale Ale

Per una volta posso saltare l’introduzione e passare direttamente alla sostanza; non sono riuscito a reperire nessuna informazione su Hopfanatic, un birrificio ungherese aperto nella primavera del 2013 a Kiskunhalas, 150 chilometri a sud di Budapest, affiancato poi da una seconda location nella capitale ungherese, ovvero un brewpub in piazza Hunyadi (Hunyadi Tér). 
Sito web in costruzione, pagina Facebook rigorosamente in ungherese così come i pochi articoli che ne parlano in internet.  Eppure, da quanto leggo con l’aiuto di Google Translator, chi beve al brewpub rimane piuttosto soddisfatto; il fondatore, e credo birraio, dovrebbe essere Kiss Tamas. 
Il nome (Hopfanatic) è un chiaro indirizzo sulle birre che vengono prodotte: luppolo, luppolo e ancora luppolo, con qualche Imperial Stout a rompere la monotonia. Una ventina le birre prodotte, tra le quali mi capita una bottiglia di Trance, una India Pale Ale dall’etichetta non particolarmente ben riuscita la cui ricetta prevede malti Pilsner, Crystal e Chocolate, e luppoli Centennial, Willamette e Chinook. Secondo Ratebeer ne esiste anche una versione analoga a bassa fermentazione, quindi una IPL - India Pale Lager.
Ambra opaco è il suo colore, con qualche riflesso arancio, velato: la cremosa schiuma color avorio è quasi indissolubile e molto compatta.
L'aroma è piuttosto dimesso e stanco: c'è un po' di marmellata d'agrumi, qualche ricordo di aghi di pino, sentori di erbe officinali ed erbacei (ricordo di marijuana).  Lascia un po' a desiderare la pulizia: un po' di metallo e un'accentuata mineralità. L'inizio è poco promettente e la birra non si risolleva certo al palato: ingresso di caramello e poi subito una botta amara piuttosto intensa e sgraziata, resinosa, vegetale e pepata, con il risultato di una birra immediatamente sbilanciata sull'amaro, che si beve a fatica e piuttosto lentamente. La chiusura prosegue in linea retta contribuendo ad affliggere il bevitore, aggiungendo altre componenti vegetali, erbacee e resinose, con un discreto warming etilico. Ne bevo un po' e verso buona parte della bottiglia del lavandino, davvero difficile continuare la bevuta di una IPA troppo amara, senza nessun equilibrio o per lo meno supporto all'abbondante luppolatura. A suo parziale discapito una data di scadenza non molto lontana (giugno) che però non mi dice molto su quanto è stata imbottigliata. Terza delusione su tre birre ungheresi: en plein
Formato: 33 cl., alc. 7%, scad. 18/06/2015, pagata 2.12 Euro (beershop, Ungheria).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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