lunedì 30 marzo 2015

Ommegang Three Philosophers 2011


Ogni anno il primo giovedì del mese di luglio si celebra a Bruxelles l’Ommegang.  Si tratta di una ricostruzione storica, realizzata con oltre un migliaio di figuranti, che fa rivivere la processione che onora la trionfante entrata in città di Carlo V del 2 giugno 1549 insieme al figlio Filippo, futuro re di Spagna e duca di Brabante e le sue sorelle, Eleonora d'Austria, Regina di Francia e Maria d'Ungheria. 
Don Feinberg e Wendy Littlefield, proprietari dell’importatore americano di birre belghe Vanberg & DeWulf, decidono di utilizzare questo stesso nome per il birrificio che viene aperto nel 1997: per l’occasione viene costruita nei dintorni di Cooperstown, nello stato di New York, una splendida replica di una fattoria belga su di un terreno un tempo utilizzato per la coltivazione del luppolo. Nel progetto investono anche alcuni birrifici belgi, tra i quali la  Duvel Moortgat, a quel tempo ancora di proprietà della famiglia Moortgat. Nel 2003 la Duvel, che nel frattempo era diventata una società per azioni, acquistò le quote societarie di Feinberg e Littlefield e di tutti gli altri birrifici partecipanti, diventando così il proprietario di Ommegang. 
Il progetto originale prevedeva ovviamente di produrre esclusivamente birre della tradizione belga in territorio americano:  vengono quindi realizzate una saison chiamata Hennepin, una dubbel chiamata semplicemente Abbey Ale ed una Belgian Ale ambrata chiamata Rare Vos. Nel corso degli anni i volumi sono progressivamente aumentati, è stato fatto un investimento da 13 milioni di dollari per ampliare e migliorare gli impianti, costruendo anche un Visitors Centre ed un ristorante annesso, nel quale si servono ovviamente i piatti della tradizione belga. Il birrificio, attualmente guidato dal birraio Phil Leinhart, ha ampliato la propria offerta introducendo anche una Witte e la Quadrupel Three Philosophers, seguite poi da un numero abbastanza modesto (considerando i vent’anni di storia) di altre birre. 
Nel 2003 il sito Realbeer.com lanciò un concorso chiamato “Create a Great Beer”. Ai partecipanti veniva chiesto di inviare un abbozzo di ricetta di quella che secondo loro sarebbe stata una grande birra; Noel Blake, un homebrewer di Portland (Oregon) mandò la sua proposta che risultò poi essere quella vincente. Realbeer si accordò poi con la Ommegang per la realizzazione pratica della birra, che venne chiamata Three Philosophers.  Una domanda  (“è la birra ideale”?) che avrebbe senz’altro interessato i tre filosofi protagonisti dello scritto satirico “Un’isola nella luna” di William Blake: l’Epicureo, il Cinico ed il Pitagorico. 
La ricetta prevede malti Pils, Amber, Caramel, Monaco ed Extra Special, una luppolatura di Spalt Select e Styrian Golding, il lievito proprietario di Ommegang e l’aggiunta del 2% di Kriek Liefmans. 
All’aspetto è di color ambrato molto carico, opaco, con intense venature rossastre; la schiuma  è color ocra e cremosa, a trama fine, ed ha una buona persistenza.  Il naso apre con note dolci di torta di ciliegie, brioche, ciliegia sciroppata, uvetta, zucchero a vela, biscotto e caramello; lasciandola scaldare un po’ emerge qualche sfumatura di vino liquoroso, frutti di bosco sciroppati.  Oleosa e discretamente carbonata, anche il gusto si muove in territorio dolce e zuccherino: caramello, uvetta e prugna, biscotto, ciliegia sciroppata, zucchero candito. A bilanciare quello che “potrebbe sembrare troppo” arriva in soccorso l’aspro dell’amarena e un morbido crescendo etilico che riesce a non far saturare il palato; il retrogusto è lungo e caldo di ciliegia sotto spirito. Una Quadrupel che non è all’altezza delle grandi belghe (trappiste e non) ma che comunque si difende con onore: molto interessante l’aroma, invitante nella sua pasticceria, un po’ più semplice il gusto, che comunque risulta molto pulito, gradevole e non eccessivamente dolce. 
La bevuta non presenta particolari difficoltà, con l’alcool che si fa sentire quando è necessario senza voler imporre la propria presenza; gli anni che le ho lasciato trascorrere in cantina le hanno portato in dote qualche lieve tratto di vino liquoroso, forse si poteva attendere ancora un po’ per spingersi oltre, ma non conoscendo questa birra ho preferito non esagerare.
Formato: 35.5 cl., alc. 9.8%, IBU 19, lotto 2011, pagata 5.12 Euro (beershop, Inghilterra).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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