mercoledì 17 dicembre 2014

Haandbryggeriet Odin's Tipple

Odin's Tipple, ovvero la bevanda (alcolica) di Odino, da “sbevazzare smodatamente”. E' lui, la principale divinità nordica, personificazione del sacro, dio supremo della guerra, padre della battaglia e della vittoria, della sapienza, della poesia, ad essere il protagonista dell’etichetta, con in mano un corno (cfr. Il Triplo Corno di Odino)  ricolmo di birra. Eppure si narra che a lui soltanto, nel Valhalla, fosse consentito di bere il vino, mentre agli altri “dato non era se non di gustare la birra”
Ma non è sicuramente qualcosa da bere allegramente e senza freni ad una festa, questa impegnativa imperial stout di Haandbryggeriet, se non erro il secondo maggior produttore craft norvegese dopo  Nøgne Ø:  abbondanza di malti scuri scuri (molto Chocolate, ammettono), zucchero muscovado, nessuna spezia  ed un solo ceppo di lievito belga.  Alcuni siti internet riportano “wild yeast” mentre su quello di Haandbryggeriet viene soltanto indicato “belgian yeast”: a scanso di equivoci, dopo averla bevuta posso affermare che non c’è davvero nulla di “selvaggio” in questa Odin’s Tipple del 2012. 
Perfettamente nera, forma una delle schiume marrone scuro fine, e cremosa, dall’ottima persistenza. I profumi che si liberano non sono però particolarmente forti: l’alcool arriva per primo precedendo di poco i sentori di fruit cake e liquirizia, con qualche vago ricordo di orzo tostato. 
Le intenzioni dichiarate del birrificio di Drammen erano quello di realizzare una birra forte senza farla diventare una bomba alcolica e corposa senza farla sembrare olio motore. 
Se sulla prima parte mi posso trovare parzialmente d’accordo, è invece difficile non pensare all’olio motore quando questa imperial stout arriva in bocca: densa, viscosa e morbida, quasi masticabile, corpo pieno, poche bollicine. Sono cinquanta centilitri che t’impegnano per tutta la serata, nel momento in cui decidi di stapparla: prendetevela comoda, mettetevi in poltrona con libro/tablet/televisore e senza nessuna fretta di alzarvi, perché la bevuta procede piuttosto lentamente. Il gusto non è particolarmente movimentato, ristagnando tra liquirizia, caffè, qualche leggera nota di uvetta, di prugna disidratata e di tostature; l’acidità del caffè porta un misero sollievo a fine corsa, prima del lunghissimo finale dove l’alcool esce definitivamente dal guscio (quasi) a colpi di bourbon. Mezzo litro davvero troppo da bere in solitudine, la metà sarebbe stata ampiamente sufficiente,  a meno che non la beviate all’aperto in una sera d’inverno in Norvegia con lo scopo di riscaldarvi. Imperial stout intensa nella quale però la semplicità tende a diventare sinonimo di noia, dopo i primi due gustosi sorsi. Tenete a portata di mano una tavoletta di cioccolato fondente, sarà un'ottima compagna di bevuta. 
Formato: 50 cl., alc. 11%, IBU 65, lotto 539, imbott. 07/11/2012, scad. 07/11/2016, pagata 10,91 Euro (Vinmonopolet, Norvegia)          

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

1 commento:

  1. 50cl il formato ideale che farei per tutte le birre, per tutti gli stili,e perfetta per essere consumata sia da soli che in condivisioni cosa che per me non succederà mai

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