martedì 29 aprile 2014

Birrificio di Franciacorta 18.80 Birra Chiara

Birrificio di Franciacorta, ma in realtà non si tratta di un vero e proprio birrificio quanto di una birra prodotta per le Catine Majolini, produttore di vino ad Ome (Brescia), nel cuore della Franciacorta. Nel 2011 l'azienda decide di lanciare sul mercato il marchio "Major Luxury Selection", ossia una selezione di prodotti d'eccellenza "per  promuovere una vera cultura enogastronomica e garantire una scelta dei migliori prodotti gourmand”. Vengono dunque selezionati e distribuiti Champagne francesi, caviale, aceto balsamico, vini ed anche la birra entra in campo. Tre le etichette che vengono tutte (credo) commissionate al Badef - Birrificio Artigianale della Franciacorta che si trova a Passirano (Bs): una weizen, una bock ed una chiara a bassa fermentazione.
Personalmente pensare alla birra come ad un prodotto di lusso, che viaggia al fianco di costosi Champagne e caviali, mi provoca una sorta di orticaria già provata in questa occasione. Meglio allora appellarsi ad una più ampia accezione della parola "lusso", non più sinonimo di "costoso" ma piuttosto di  "qualità", anche se i prezzi della birra in Italia (ed i prezzi di alcune birre, non necessariamente italiane) stanno lentamente portando alcune birre davvero nell'ambito del costoso/lussuoso. In verità ho comunque trovato questa "18.80 Chiara" ad un prezzo molto concorrenziale rispetto al costo medio (10 Euro al litro ed oltre) della birra "artigianale" nei beershop ed in altri negozi italiani. Il perché del nome (18.80) è presto svelato, e riguarda la composizione stessa della birra: 18% di malto d'orzo e luppolo, 80% di acqua e 2% di altre spezie, sebbene l'etichetta non ne indichi la presenza.
Nel bicchiere è di un rassicurante color giallo pallido, quasi paglierino, abbastanza velato; la schiuma, bianchissima, è fine e cremosa ma dalla persistenza abbastanza limitata. L'aroma ha una buona intensità ed un buon livello di pulizia: ci sono sentori di miele millefiori, floreali, cereali e pane, una lieve nota pepata e qualche reminiscenza di agrumi (mandarino). In etichetta viene definita una birra dal "buon corpo", e qui devo aprire una piccola parentesi: ho riscontato più di una volta, sia sulle etichette che sui siti di alcuni birrifici, delle note gustative che descrivono birre palesemente scorrevoli e facili da bere come birre "dal buon corpo o dal corpo pieno". Sembra quasi che ci si vergogni di dichiarare che la propria birra ha poco corpo (che non significa affatto con poco gusto!) e che è leggera! Corpo (body) e "consistenza" (mouthfeel, ovvero acquosità, oleosità, "sciropposità" e cremosità) non vanno sempre di pari passo: una birra dal corpo leggero può essere anche abbastanza "morbida" e cremosa in bocca, ed una Imperial Stout dal corpo pieno non è per definizione una birra "masticabile" ma può anche avere una consistenza "acquosa" al palato.
Chiusa la parentesi, questa 18.80 Birra Chiara ha chiaramente un corpo leggero ed è correttamente "watery" e scorrevole per essere bevuta con grande facilità: il gusto ricalca quasi in fotocopia l'aroma, anche se l'intensità è un po' minore: note di pane e cereali, miele, qualche accenno di agrumi. La secchezza non è esemplare, la bocca rimane leggermente "impastata" ed il finale è un po' timido, per una birra che, come rassicura l'etichetta, vuole essere "non eccessivamente amara"; il risultato è però un po' troppo sotto tono, con qualche leggero sentore erbaceo amaricante che lascia un po' insoddisfatti. Mi tocca ripetere la parola "rassicurante", ma è quella che mi viene spontaneamente da associare a questa 18.80 Birra Chiara: un prodotto che va incontro al palato di chi s'avvicina alle birre "artigianali" e che è ancora abituato al gusto standardizzato delle industriali da supermercato; 18.80 rappresenta senz'altro un deciso passo qualitativo in avanti che tuttavia non sconvolge il palato del neofita con una tempesta di luppolo, di spezie o di altri sapori "inusuali". A chi invece naviga già da tempo nel mondo delle birre "di qualità" questa "Franciacorta" risulterà probabilmente un po' troppo timida ed anonima e, soprattutto, vittima del suo stesso nome.  Ci sono numerosi esempi di birre prodotte con lieviti da spumante, ci sono le birre-champagne, e leggera Franciacorta in etichetta crea indubbiamente delle aspettative in quell'ambito che finiscono per essere deluse.
Formato: 75 cl., alc. 5.3%, lotto non riportato, scad. 01/05/2015, pagata 5.50 Euro (drink store Italia).

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