giovedì 27 febbraio 2014

Alpirsbacher Klosterbräu Ambrosius

Della  Alpirsbacher Klosterbräu si era già parlato in questa occasione; un birrificio di proprietà da quattro generazioni della famiglia Glauner ed adiacente al monastro di Alpirsbach. Le birre prodotte mantengono in evidenza il legame con la tradizione monastica, sia nel nome scelto ("Kleiner Monch", "il piccolo monaco") che nel logo, anche se le due realtà sono dal 1877 indipendenti. Accanto alla classica gamma di birre tradizionali tedesche (Helles, Pils, Zwickel, Dunkel, Weizen etc…) è da qualche anno stata realizzata anche la Ambrosius, un’alta fermentazione che, per mantenere ancora più vivo il legame con il monastero adiacente, viene prodotta con un lievito di tipo (belgian) Abbey di proprietà di Alpirsbacher.  E' venduta in un’elegante confezione con molta cura per in ogni dettaglio, con inflazionamento del prezzo di vendita che, sebbene non stupisca un birrofilo abituato ai prezzi italiani, risulta abbastanza caro per un tedesco che è abituato a pagare la birra al supermercato meno di due euro al litro:  bottiglia da 75 cl., elegante scatola di cartone (con apertura/finestra ad arco gotico), tappo di sughero con bella gabbietta dorata. All’interno, note di degustazione di un sommelier (sic) che la consiglia come aperitivo (se servita a 4° gradi  - sic !) o come alternativa al vino, ovvero “birra gourmet” (sic) intorno ai 10 gradi. La ricetta prevede inoltre malto di frumento, oltre a quello d’orzo (Klostermalz) mentre l’unico luppolo utilizzato è il Tettnang Tettnanger. L’aspetto è splendido, color oro antico, leggermente velato; la schiuma è bianca e cremosa, abbastanza generosa ma non molto persistente.  
Il naso è dolce, con sentori di biscotto, miele, zucchero candito ed una leggera speziatura (un po’ pepata) che effettivamente ricorda le “birre d’Abbazia” per antonomasia, quelle belghe; c’è anche una leggera ossidazione (cartone bagnato).  Anche in bocca non brilla per vitalità e freschezza: il corpo è medio, ma le bollicine sono troppo poche.  Miele, biscotto al burro, marmellata d’arance e frutta candita avvolgono il palato con una consistenza quasi oleosa; in sottofondo note di caramello, zucchero candito.  Buone sia l’intensità che il livello di pulizia, per una birra molto dolce che riesce comunque a non risultare mai stucchevole grazie ad un finale discretamente secco, con una leggera nota luppolata amaricante (mandorla) che “lava” il palato; a temperatura ambiente si percepisce anche in bocca una lieve ossidazione. Il retrogusto è dolce, di miele e canditi, con un morbido calore etilico, unica avvisaglia del alcool (7.7%) dichiarato in etichetta. Sontuosa nel bicchiere, grande cura nei dettagli della confezione: tanta apparenza, insomma, ma la sostanza non vale assolutamente il prezzo del biglietto. 
Formato. 75 cl., alc. 7.7%, IBU 31, lotto 2011, scad. 12/2017, pagata 8,99 Euro  (Supermercato, Germania).

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