giovedì 5 settembre 2013

Ægir Bryggeri

Piuttosto che tediarvi con una serie di "impressioni" su birre norvegesi che magari non sono reperibili in Italia, ho pensato di fare qualche post "riassuntivo" per birrificio, in modo da presentare in modo rapido alcune delle birre bevute, sperando che queste poche righe potranno esservi utili in un vostro futuro viaggio nella splendida terra norvegese. Parto quindi dalla Ægir Bryggeri, che ha sede a Flåm, un piccolo paese ad una delle estremità del fiordo di Aurland (Aurlandsfjord) che a sua volta è un ramo del fiordo più lungo (ovvero quello che più si spinge dal mare verso l'entroterra) di tutta la Norvegia, il Sognefjord. Meta ideale per una gita di un giorno, a Flåm potrete non solo godere dello splendido panorama circostante, ma anche assaggiare direttamente le birre della Ægir che vi verranno servite in un brewpub/ristorante collegato ad un hotel adiacente dove potrete anche pernottare. Un rifugio utile se perdete l'ultimo traghetto della sera, ad esempio. Il birrificio organizza delle visite guidate agli impianti del brewpub, nel quale vi illustreranno anche le modalità di produzione dell'acquavite; il birrificio vero e proprio, quello della foto in alto, non è normalmente visitabile, e si trova invece ad un chilometro di distanza.
Fondata nel 2011 come distilleria, in pochi anni la Ægir ha già ottenuto grandi consensi tra gli appassionati di birra "artigianale", venendo nominati, nel 2012, il miglior birrificio norvegese secondo quanto il loro sito dichiara. Inutile cercare conferma di questo risultato su Ratebeer, dove continuano a primeggiare le due "major craft" Nøgne Ø ed Haandbryggeriet. Non sono riuscito a trovare nessun riscontro a questo award ma, per chi è interessato ai numeri, mi sono imbattuto in questa interessante pagina del blog di Lars che fa un breve resoconto sul panorama brassicolo norvegese del 2012. Se siete fortunati a capitare durante una giornata estiva di sole, potrete assaggiare le birre Ægir nel patio all'aperto del brewpub, con una vista impagabile (il porto, il fiordo circostante, alcune cascate) tutt'intorno a voi. Il brewpub offre anche una serie di sampler da 10 cl. per consentirvi di assaggiare il maggior numero di birre possibili. Tenete comunque presenti che i prezzi degli alcolici in Norvegia faranno comunque da deterrente a qualsiasi vostra velleità etilica, a meno che non abbiate budget illimitato o stipendio da norvegese; siamo intorno ai 10 Euro per 40 cl. di birra. Purtroppo la nostra visita a Flåm è stata più breve del previsto, a causa della chiusura di un tunnel (15 chilometri) che rende possibile raggiungere il paese arrivando da Bergen; i percorsi alternativi consistevano nell'aggirare il fiordo e raggiungere Flåm dalla sponda opposta (180 chilometri in più!) oppure un panoramico viaggio in traghetto di un'ora e mezza per il quale abbiamo optato. Abbiamo quindi potuto prendere solo una veloce e discreta Pale Ale prima di riprendere il traghetto del ritorno.
Due parole anche sul il nome scelto, Ægir, che sarà forse noto agli appassionati di birra e di mitologia scandinava. Ægir ovvero, Aegir o Ager, gigante, re del mare ed inventore della birra secondo la mitologia nordica. Ecco un link per chi volessere approfondire l'argomento "vichinghi e birra". Tornando alla sostanza, abbiamo provato in bottiglia una discreta India Pale Ale,  dorata con riflessi arancio con una bella schiuma cremosa e persistente. Il naso è  fresco e pulito (pompelmo, pesca, melone ed ananas) ma la birra è un po’ timida in bocca; le premesse dell’aroma vengono un po’ disattese da un gusto che non si discosta molto dall’aroma  ma che non dà quel finale amaro e luppolato che ci attenderemmo da una IPA. Facile da bere (6,5% ABV), poco carbonata e ben secca, finisce un po’ troppo corta con qualche leggera nota di scorza di pompelmo.  Comunque, la Ægir IPA è è risultata essere la venticinquesima birra nella classifica delle vendite 2012 del Vinmonopolet (il monopolio norvegese che vende alcolici) con 13.976 litri bevuti, ovvero 6.988 bottiglie acquistate.
Discorso analogo si potrebbe fare per la Sumbel (il Symbel o Sumbel era un antico rituale nordico caratterizzato dalle grandi bevute di birra e sidro), una Porter dalla gradazione alcolica contenuta  (4,7%) e quindi reperibile anche nei supermercati, che si presenta con un bel color ebano  e schiuma color nocciola, molto cremosa. L’aroma è invitante ed offre orzo tostato, caffè e più sottili sentori di mirtillo e di cenere; ma anche qui al palato c’è meno intensità di quanto il naso ci aveva lasciato intendere; tostature e caffè dominano la scena di una bevuta molto scorrevole che inizia abbastanza bene ma che però tende a scivolare nell’acquoso perdendosi pian piano per strada. La chiusura è molto secca, amara e tostata, con un ritorno di mirtilli.
Due birre discrete, che – ma qui non è tanto colpa del birraio ma delle tasse finlandesi – non trovano però un buon rapporto qualità prezzo: 6.30 Euro (supermercato) per la bottiglia di Porter ed 8,60 Euro (Vinmonopolet) per la IPA, entrambe in formato cinquanta centilitri. In cantina abbiamo invece messo la Natt, una Imperial Porter (10%) per la quale aspettiamo le prime giornate fredde d'inverno.

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