martedì 9 luglio 2013

Gambolò Nowhere Pale Ale


Birrificio molto giovane, Gambolò, situato nell'omonimo comune della provincia di Pavia e guidato da Simone Ghiro, diploma universitario d'insegnante di educazione fisica ma passione per la birra che scorre nel sangue. Frequenta diversi corsi, diventa degustatore ADB, partecipa come giudice ad un paio di edizioni di Birra dell'Anno. Appena può, frequenta altri microbirrifici per apprendere quanto più possibile; sono il Birrificio Menaresta ma, soprattutto, Fermentum - Birrificio del Carrobiolo di Monza. E' proprio Pietro Fontana, birraio di Carrobiolo, a guidare i primi passi nella pratica e nella burocrazia di Simone che, dopo oltre un decennio di homebrewing si decide nel 2010 a fare il grande salto nel mondo dei professionisti. Un paio d'anni di preparativi, tanta burocrazia e finalmente, a dicembre 2012, l'apertura delle porte. Per approfondire, vi segnaliamo questo articolo. Il primo "grande" appuntamento che il birrificio decide di affrontare è quello di Birra dell'Anno 2013; dopo averla vissuta ai tavoli dei giudici, questa volta Simone passa dall'altra parte della barricata. La spedizione di Rimini si rivela un buon successo, con la birra "Nowhere" che si aggiudica la medaglia d'oro nella propria categoria (8: Chiare e ambrate, alta fermentazione, alto grado alcolico, luppolate, d’ispirazione angloamericana).  Cinque sono al momento le birre prodotte; oltre alla citata Nowhere Pale Ale, la Gasoline (blonde ale), Gasoline Super (IPA), Little Storm (mild ale) e la Jiango (che il birrificio definisce una Witbier 2.0).  Ma ritorniamo alla "medagliata" Nowhere Pale Ale, protagonista di questo post; il birrificio la definisce "un'ambrata tra lo stile English Strong Ale e West Coast IPA". I luppoli utilizzati abbracciano tre continenti: Europa (Saaz), USA (Chinook, Columbus e Cascade) e Nuova Zelanda (Nelson Sauvin). Dall'impossibilità di localizzare questa pale ale in uno specifico territorio, ecco il nome  "Nowhere Pale Ale", ovvero "da nessun luogo". Si presenta di colore ambra carico, rossastro; la schiuma, color avorio, è molto persistente, generosa, compatta, cremosa. Purtroppo l'aroma non ci dà quel benvenuto che ci saremmo aspettati: naso scarico, poco fresco, con sentori di pompelmo, marmellata d'arancia, caramello ed etilici. In bocca ci accoglie un ingresso maltato (biscotto e leggero caramello), seguito da un passaggio centrale dolce (soprattutto marmellata d'arancia dolce), preludio ad un finale amaro resinoso e pepato, abbastanza intenso. L'alcool (6.8%) si sente tutto, ed il risultato, unito alla mancanza di fragranza, è una bevibilità meno agevole di quello che ci si attenderebbe da una profumata (american) pale ale. Chiude abbastanza secca, con un retrogusto corto e resinoso, con qualche traccia di caramello. Corpo medio, carbonazione medio-bassa, consistenza oleosa: birra che abbiamo incontrato in una bottiglia poco profumata e che non brilla di fresco, nonostante un lotto produttivo (sembra) abbastanza recente. C'è una buona intensità, ma il risultato di questa bevuta è, per noi, solo discreto e, visto le premesse, un po' insoddisfacente. Speriamo di aver l'occasione di riassaggiarla presto. Formato: 33 cl., alc. 6-8%, lotto 0213, scad. 12/02/2014, pagata 4.50 Euro (beershop, Italia).

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