venerdì 14 giugno 2013

London Fields Shoreditch Triangle IPA

Apre le porte Sabato 27 Agosto 2011 al 374 di Helmsley Place la London Fields Brewery, che prende il nome della zona in cui si trova nel sobborgo londinese di Hackney, zona nord-orientale. Nella zona operavano un tempo cinque birrifici: la Hoxton Brewery, chiusa nel 1900, Mitchell, Goodman, Young & Co. (1919), il brewpub Falcon & Firkin (1991) e la West Brewery (1930). L'ultima a chiudere i battenti, all'inizio degli anni 90, fu la Pitfield Brewery del quartiere di Hoxton. La rinascita della produzione di birra ad Hackney non poteva che passare - come per molti altri birrifici londinesi - sotto le immancabili arcate della linea ferroviaria, dove Jules Whiteway e Ian Burgess installano un piccolo impianto da quattro ettolitri. Jules lascia il suo impiego nel campo del giardinaggio a Gloucester, mentre Ian Burgess possiede la  torrefazione (di caffè) Climpson and Sons. Dopo pochi mesi, a gennaio 2012, Burgess lascia il birrificio e, ad aiutare Jules, arriva il birraio di origini tedesce Ben Ott; nello stresso periodo la London Brewery si trasferisce in un locale più grande al 365-366 di Warburton Street, sempre sotto le arcate della ferrovia, dove trova posto un impianto più capace acquistato dal fallimento della Ventnor Brewery dell'Isola di Wight, defunta nel 2009. Il birrificio è visitabile nei weekend, dall'una alle tre del pomeriggio, con diverse opzioni di tour che includono visita+tasting (6 sterline), visita+tasting+gadget+maglietta (12 sterline) oppure visita al birrificio più birre in abbinamento gastronomico (25 sterline). Nei locali c'è anche una tap room, aperta nel weekend, dove oltre alle birre potrete bere vino ed altri soft drinks, mangiare snack freddi in estate e caldi in inverno; la tap room ospita spesso anche concerti o eventi musicali (Dj set).  La India Pale Ale del birrificio viene lanciata in occasione del Pigs Ear Beer & Cider Festival del 2012 di Hackney. Viene chiamata Shoreditch Triangle, con riferimento (Shoreditch) all'omonima zona del distretto di Hackney, ed ai tre (triangle) malti (pale, pale cara e crystal) e luppoli (columbus, centennial e chinook) utilizzati per farla. Completano la ricetta avena e frumento maltato. Rifermentata in bottiglia,  è di un bel colore ambra con venature ramate; la schiuma, biancastra, non è molto ampia ma cremosa ed ha una buona persistenza. Il naso non è molto pronunciato, ma è elegante e pulito, con un cocktail dolce di frutta tropicale che include mango, ananas, passion fruit e pompelmo. Buona la sensazione al palato: una birra dal corpo medio, moderatamente carbonata, morbida, che ci accoglie con note maltate (biscotto) subito rimpiazzate da un leggero fruttato, dolce, che richiama in toto l'aroma. L'amaro non tarda ad arrivare, pungendo i lati della lingua, resinoso, leggermente piccante, intensificandosi e sfociando in un lungo retrogusto resinoso e vegetale. Ne risulta una buona IPA abbastanza muscolosa ma pulita, con la bevibilità che viene un po' limitata dall'amaro, a tratti un po' ruvido, che tuttavia la differenzia da altre sorelle di categoria, molto ruffiane e molto "spremuta-di-pompelmo" che abbiamo trovato presso altri birrifici della capitale inglese. Formato: 33 cl., alc. 6%, scad. 07/01/2014, pagata 3.66 Euro (beershop, Inghilterra).

2 commenti:

  1. Volevo chiedenti come mai alcune volte le ipa o birre belghe anche saison le servi nel calice a chiudere che non dovrebbe essere indicato per questi stili c'è oum motivo preciso che ti aiuta nella degustazione o solamente per comodità

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    1. la pinta è bella e comoda ma non è un bicchiere da degustazione, a volte "tirare" fuori degli aromi è un po' un problema, soprattutto con birre dal "naso" un po' scarico. fai una prova versando la stessa birra in una pinta ed in un teku, la differenza è abissale.
      detto questo, il teku secondo me è perfetto se versi 10-20 cl. di birra, un teku pieno sino all'orlo non è proprio il massimo. può capitare che faccio la foto nella pinta, ma un po' di birra è nel teku.
      il calice/tulipano che uso mi sembra un buon compromesso tra i due "estremi" e secondo me è abbastanza versatile per molti stili, incluso le belghe non troppo alcoliche e le saison. Randy Mosher nel suo "Tasting Beer" lo considera il bicchiere "ideale" per molte birre. questo è leggermente più stretto del classico tulipano tipo Duvel, che ho rotto qualche anno fa. poi non è che a casa posso avere un assortimento completo di bicchieri per tutti gli stili.
      per ultimo, ci sono un po' affezionato perché l'ho preso a San Diego (Ballast Point).... :)

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