martedì 7 maggio 2013

Birra del Borgo Caos

Debutta come “bizzarra del mese Agosto 2012” la Caos di Birra del Borgo; si tratta di un nuovo incontro tra birra e vino, per la precisione il secondo per il birrificio di Leonardo Di Vincenzo, dopo l’Equilibrista. Per la Caos la base di partenza è la saison al farro Duchessa, al cui mosto viene aggiunto (25%) il mosto di Malvasia, proveniente dalla Tenuta di Bibbiano. L’etichetta è realizzata da Valentina De Luca, studentessa dell'istituto D'istruzione Superiore Antonio Cederna di Velletri (Roma), che vinse l’anno scorso il concorso “Etichette Bizzarre” indetto dal birrificio. La bottiglia da noi assaggiata appartiene ad un lotto prodotto nel 2011 che (immaginiamo), ha poi debuttato nell’Agosto 2012.  Attualmete la Caos non figura tra le birre “bizzarre” che, una per mese, verranno commercializzate quest’anno.  La descrizione della birra che attualmente compare sul sito di Birra del Borgo parla anche di una rifermentazione in bottiglia con lieviti da Champagne “per un perlage piuttosto deciso”, un dettaglio che non veniva annunciato all’annuncio del “debutto” nel 2012.  Non sappiamo però se effettivamente ci sia stato un cambio di ricetta dal primo lotto del 2011.  A ogni modo, la bottiglia da noi assaggiata ha mostrato davvero poco “perlage” e una carbonazione quasi assente. Il colore è oro antico con riflessi ramati; la poca schiuma grossolana che si forma sparisce immediatamente senza lasciare pizzo nel bicchiere. Al naso c’è molto poco: qualche sentore legnoso, quasi di sughero, odore un po’ stantio, lievito, leggeri sentori fruttati che ci ricordano l’uva bianca e, forse, la pesca gialla. Al palato non c’è molto da festeggiare: il gusto è marcatamente aspro, ricco di uva. La scarsa carbonazione lo rende molto più simile ad un vino che ad una birra, nonostante l’intento del birrificio era quello di realizzare un incontro tra birra e vino “decisamente” sbilanciato verso il primo elemento. Chiude con una marcata astringenza, ed una punta amarognola che ricorda il nocciolo di pesca. Non l’abbiamo bevuta in altre occasioni, ma ci è sembrata una bottiglia molto poco riuscita; la birra risulta molto slegata in bocca ed abbastanza piatta, lasciando un lieve calore etilico nel retrogusto, di nuovo aspro di uva. Improponibile il paragone con altre “birre di confine” con il vino, come ad esempio – solo per citarne alcune che hanno una analoga percentuale di mosto d’uva -  la Tibir (20% di Barbera), la  Open Mind (20% di Timorasso)  e la  Beerbera (20% di Barbera). Speriamo di avere l’occasione di tornare ad assaggiare presto questa Caos in una bottiglia dove di caos di sia solamente il nome. Formato: 75 cl., alc. 7.5%, lotto LS144 11, scad. 06/2014, pagata 12.50 Euro (food store, Italia).

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