venerdì 5 aprile 2013

Fuller's India Pale Ale

Indubbiamente lo stile delle India Pale Ale è da considerarsi il protagonista della "rivoluzione mondiale della birra artigianale"; i principali attori che sono saliti sul palcoscenico sono stati i birrifici degli Stati Uniti, rinnovando questo stile grazie alle diverse proprietà aromatiche dei luppoli americani, spesso utilizzati in quantità molto elevate. Abbiamo volutamente detto "rinnovando" e non "innovando", in quanto i luppoli americani erano in passato già utilizzati anche dai birrifici inglesi; tuttavia è un dato di fatto che questo stile, nato in Inghilterra, è diventato il campo da gioco preferito dei birrai vogliosi di sperimentare con luppoli americani, oceanici, asiatici e ibridi appositamente creati dai coltivatori. La recente "craft beer revolution" che sta rivitalizzando il Regno Unito non è immune da questo fenomeno; i birrai britannici hanno da subito immesso sul mercato birre (IPA, Golden Ales e Pale Ales) molto poco "rispettose" della tradizione inglese, preferendo piuttosto rompere con il passato ed utilizzare luppoli americani o extraeuropei per caratterizzare i propri prodotti. Paradossalmente è oggi molto più difficile reperire in Inghilterra una IPA "tradizionale" (passateci l'utilizzo del termine, anche se criticabile) piuttosto che una IPA ispirata a quelle della West Coast USA. Tra le eccezioni c'è la Fuller's, storico birrificio londinese che ha saputo resistere alle intemperie economiche del passato e che oggi è ancora in piedi, ad osservare come un simbolico "padre" la new wave brassicola che sta attualmente rivitalizzando la capitale inglese. Ma Fuller's mantiene un profilo  produttivo abbastanza tradizionale, con pochissime concessioni alla modernità, preferendo piuttosto attingere al suo archivio storico del passato e riportare in vita vecchie ricette (Past Masters Series); così la loro India Pale Ale, creata in origine dal birraio Reg Drury, vede l'utilizzo esclusivo del luppolo E.K. Goldings. La birra, come racconta Zak Avery in questo interessante articolo, va ad ampliare l'offerta del birrificio ma non ottiene un grosso successo di vendite. La svolta avviene nel 2009 quando il Systembolaget svedese (il monopolio di stato unico rivenditore autorizzato di prodotti con volume alcolico superiore al 3.5%) organizza uno dei tanti "concorsi" per selezionare nuove IPA da offrire ai consumatori svedesi. Il "panel" d'assaggio, rigorosamente alla cieca, sceglie come vincitrice una versione leggermente diversa (per i luppoli utilizzati) della Fuller's IPA, chiamata Bengal Lancer ed ideata dal birraio John Keeling. La commessa che il Systembolaget offre è abbastanza interessante (l'acquisto di una produzione di 600 barili l'anno) ed ecco che la Fuller's accetta di metterla in produzione, offrendola anche sul mercato domestico, con grande successo. Sul sito ufficiale della Fuller's  non figura attualmente questa India Pale Ale (destinata evidentemente solamente ad alcuni mercati esteri) mentre c'è soltanto la Bengal Lancer. All'aspetto è di colore arancio/rame, velato; la schiuma è poco generosa, cremosa e dalla trama fine. L'aroma non è molto pronunciato: agrumi (arancio e pompelmo), qualche sentore metallico e terroso; domina la frutta ma è un profumo che ricorda più uno sciroppo che un frutto appena tagliato. La sensazione palatale è invece splendida: corpo medio, bassa carbonazione, texture molto morbida, quasi cremosa. Il percorso in bocca inizia con leggere note di biscotto, poi caramello e sopratutto gli stessi agrumi trovati al naso (arancio, pompelmo); deviazione finale in territorio amaro, prevalentemente terroso, con qualche leggera nota erbacea. IPA molto bilanciata e pulita, facilissima da bere, ben fatta e godibile, sicuramente meglio al palato che al naso, anche a causa di un aroma non più freschissimo. Formato: 50 cl., alc. 5.3%, LOTTO 017 11:37, scad. 17/01/2014, prezzo 3.80 Euro (supermercato, Italia).

2 commenti:

  1. si ottima , peccato che io la trovo solo ad almeno 5€!!!!!

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