mercoledì 26 settembre 2012

Karl Strauss Tower 10 IPA

La notorietà non è certamente il loro punto di forza, e se pensate alla contea di San Diego, vi verranno prima di tutto in mente nomi come Ballast Point, Stone e Port Brewing/Lost Abbey. Ma prima ancora che questi birrifici esistessero, nel 1989 la Karl Strauss Brewing Company produceva già birra in una città che non aveva un birrificio "locale" da più di cinquant'anni, ovvero dalla fine del proibizionismo. I fondatori furono Chris Cramer e Matt Rattner. Chris era rimasto affascinato da un brewpub che aveva visitato durante un viaggio in Australia; tornato a San Diego, si ricorda di avere un cugino mastro birraio, che di nome faceva appunto Karl Strauss e che da 44 anni lavorava alla Pabst Brewing Co, di Milwaukee. Karl decide di lasciare il lavoro ed il freddo del Wisconsin per aiutare il cugino sotto il caldo sole della California. Il birrificio apre nel febbraio del 1989, con una folla di avventori che per la prima volta nella loro vita si trovavano a bere una birra appena fatta, fresca, non industriale. Il successo è quasi immediato, e già nel 1996 Chris e Matt sono costretti a spostarsi in una location più grande (quella attuale, in Santa Fe Street) per soddisfare tutta la domanda. Nel tempo si sono aggiunti anche sei brewpub/ristoranti nella contea di San Diego ed uno a Los Angeles. Nel 2006, Karl Strauss muore all’età di 94 anni. Sull’etichetta della loro Tower 10 IPA c’è una delle tante torrette che trovate sulle spiagge di San Diego, dalle quali i bagnini monitorano la sicurezza della spiaggia e dei bagnanti; la ricetta è quella classica dei “tre luppoli C americani”: Chinook per l’amaro, un blend di Cascade e Centennial in dry hopping per l’aroma.  E’ dorata, con riflessi arancio; la schiuma, leggermente “sporca” è poco generosa ed ha una persistenza discreta. Il naso non brilla purtroppo di freschezza: marmellata di agrumi (pompelmo ed arancio), caramello, poco altro. C’è pulizia ma poca vitalità. Molto meglio in bocca, con un imbocco molto pulito di biscotto seguito dalla polpa di pompelmo, dolce, subito bilanciata dall’amaro della scorza dello stesso agrume, e del limone. Grande secchezza, ottima pulizia, e buona morbidezza in bocca con un corpo medio ed una consistenza oleosa. Finisce con un bel retrogusto amaro, intenso, ricco di pompelmo con qualche note resinosa. Una IPA penalizzata da un’aroma non al meglio, si riscatta in bocca, risultando una discreta bevuta che però risulta molto lontana dalle migliori “sorelle” brassate nella contea di San Diego. Sarebbe da riprovare in condizioni migliori. Formato: 35.5 cl., alc. 7%, 70 IBU, lotto e scadenza non riportati, prezzo 1,66 Euro ($ 1.99).

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