martedì 31 luglio 2012

Piccolo Birrificio Chiostro

Dell’ex Piccolo Birrificio (di Apricale) abbiamo parlato poco tempo fa, in questo post; senza indugi andiamo a stappare una bottiglia di “Chiostro”, una birra ad alta fermentazione, come recita l’etichetta, prodotta con lievito trappista ed assenzio. L’aspetto è impeccabile: bel color dorato, leggermente velato, con un cappello molto persistente di schiuma bianca, pannosa. Ottimo anche l’aroma, pronunciato e molto pulito: ci sono agrumi (arancio) e pesca, un bel bouquet di spezie da lievito con una leggera nota pepata, sentori di rabarbaro. Il gusto è però un po’ meno interessante dell’aroma: l’inizio è dolce, con note di pane, leggero diacetile (burro) ed una leggera speziatura dei lieviti che non riesce ad emergere per portarci in un ipotetico "territorio" trappista; finisce poco secca, con un finale corto, amaro di radice  La birra, vivacemente carbonata e dal corpo leggero,  è complessivamente abbastanza gradevole, ma manca di quella pulizia che aveva caratterizzato l’aroma.. Ci proponiamo di riprovarla alla prossima occasione. Formato: 33 cl., alc. 5%,  scad. 09/09/2012, prezzo 2.50 Euro.



lunedì 30 luglio 2012

Toccalmatto Grooving Hop


La stagionale estiva di Toccalmatto è una golden ale introdotta da una bella etichetta “esotica”, raffigurante un luppolo che balla davanti a sole, spiaggia , onde e palme. Gradazione alcolica modesta (vol. alc. 4.3%) per una birra che dispensa da subito i bei profumi derivanti dalla luppolatura con Nelson Sauvin (ma ci sono anche Perle ed Hallertau Mittelfruh): tanta frutta tropicale quindi, mango, ananas, melone, polpa di pompelmo rosa, e qualche leggero sentore di banana matura. Aroma dalla buona intensità, molto dolce, raffinato e molto pulito. La beverinità di questa birra è davvero splendida, facilitata da un corpo molto leggero e dal giusto livello di “acquosità” (watery) che la rende molto scorrevole senza mai sconfinare nello “sfuggente”. L’imbocco di pane è davvero solo accennato, e poi c’è subito un ritorno di dolce frutta tropicale; in bocca è molto gradevole e morbida, con una secchezza molto pronunciata che rinfresca ed asciuga il palato ad ogni sorso. Il finale è molto meno esotico, con un amaro lungo e persistente ricco di lemon grass e scorza di limone/lime, che la avvicina ad una classica golden ale inglese. Session beer molto ben fatta e profumata, ripercorre a ritroso il percorso dei coloni inglesi: per ¾ di bevuta siamo su di un’assolata spiaggia del continente Oceanico, l’ultimo tratto è un ritorno alle origini, un tributo alla madre patria. Grande pulizia, avremmo gradito forse un pelino di corpo in più. La bottiglia di Grooving Hop è già finita, ci rimane il rammarico di non averne un fusto in casa. Forrmato: 75 cl., alc. 4.3%, lotto 12027, scad. 14/05/2013, prezzo 8.00 Euro


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english summary:
A seasonal summer brew from Birrificio Toccalmatto (Fidenza, Italy), an exotic golden ale hopped with Nelson Sauvin which pours a hazy golden color with a creamy white head. The nose is a luscious mix of tropical fruits: mango, pineapple, melon, grapefruit, hints of banana. There’s more sweet tropical fruit in the taste, which is balanced by a clean citrusy bitterness (lime and lemon peel). Dry and clean, this is a great session beer with a very elegant aroma and an amazing drinkability. Another solid product from Toccalmatto Brewery which we definitely recommend you to check out.
In details:
Birrificio Toccalmatto, Fidenza (Parma), Italy.
Bottle: 75 cl., 4.3% ABV, batch 12027, BB 14/05/2013, price = 8.00 Euro

domenica 29 luglio 2012

Scheyern Kloster-Weisse Hell

Risalgono al 1119 le prime notizie di un birrificio nel paese di Scheyern, in Baviera, una cinquantina di chilometri a nord di Monaco; la produzione era quella dei monaci della abbazia benedettina, ancora proprietari del marchio Klosterbrauerei Scheyern. Il birrificio nel paese ha avuto una vita un po' travagliata, ma ha definitivamente riaperto nel 2005; la produzione locale è affiancata da quella "in licenza" della Hansen Brau di Augusta, che ha prodotto la birre a marchio Klosterbrauerei dal 1995. Quella che gustiamo oggi è una Weisse Hell di colore dorato, praticamente limpido; c'è il classico generoso cappello di schiuma pannosa. Ottime impressioni al naso: forte, pulito, rivela netti sentori di banana acerba, mela verde, una diffusa speziatura donata dai lieviti con una nota pepata. Purtroppo in bocca si perde per strada; il gusto è molto dolce, e dopo un leggerissimo imbocco di cereali la strada è "a tutta banana", senza nessuna variazione. L'intensità latita, non ci sono spezie a movimentare un po' la bevuta che scivola via molto rapidamente in un finale corto e sfuggente, "bananoso", abboccato. Weizen che ci aveva davvero sorpreso con un bell'aroma intenso e gradevole, per poi drammaticamente calare alla distanza. E' leggera, non molto carbonata, disseta e si beve con grande facilità, raggiungendo la sufficienza e nulla più. Formato: 50 cl., alc. 5.2%, lotto 299, scad. 20/10/2012, prezzo 0.77 Euro.

venerdì 27 luglio 2012

Holts Fifth Sense

Ogni tanto anche la Grande Distribuzione riserva qualche sorpresa; è il caso di alcuni prodotti del birrificio inglese Joseph Holt, importate e distribuite dalla Dibevit che abbiamo trovato in un Conad-LeClerc, Si tratta di un birrificio con sede a Manchester e fondato nel 1849 da colui che gli ha dato il nome; la famiglia Holt ne è ancora proprietaria e controlla un centinaio di pub. Questa Fifth Sense è una Golden Ale da bel color oro, limpido; l’intensità dell’aroma è abbastanza scarsa, troviamo sentori di cereali e di agrumi, soprattutto arancio. In bocca è molto leggera, con una carbonazione molto moderata che la rende molto scorrevole in bocca ma non le dona certo vitalità. C’è un attacco quasi impercettibile di cereali, poi il gusto vira subito verso un aggrumato dolce che richiama l’aroma, bilanciato da un finale amaro, non molto lungo ma dalla discreta intensità, caratterizzato da lemon grass e scorza di lime/limone. Una decente session beer, sicuramente non memorabile ma comunque un discreto accompagnamento alle “chiacchere” ad pub, o ad un film alla tv, se la gustate a casa sul divano. Formato: 50 cl., alc. 4.3%, lotto 1215, scad. 03/11/2012, prezzo 3.45 Euro.

giovedì 26 luglio 2012

Birrificio Emiliano Zemiàn

Oggi torniamo a parlare del Birrificio Emiliano con una bottiglia di  Zemiàn, una belgian ale, che in etichetta raffigura un santo. Il riferimento, che forse qualcuno può erroneamente attribuire alla tradizione belga delle birre d'abbazia, è in realtà a San Geminiano, il patrono della città di Modena. Geminiano (in dialetto modenese "Zemiàn") visse tra il 312 ed il 397, ed è famoso per la leggenda agiografica che lo vide salvare la città di Modena dal passaggio di Attila. Il Re degli Unni, di passaggio dal Veneto e diretto a  Sud, era deciso a saccheggiare anche la città emiliana. San Geminiano fece allora calare una fittissima nebbia sulla città (un miracolo non troppo difficile da quelle parti, in verità) che impedì ad Attila di avvistarla.  La birra si presenta di colore oro, molto carico, quasi rame, con un generoso cappello di schiuma molto persistente e cremosa. Il naso è semplice e molto pulito: sentori di arancio, leggero miele d'acacia, una delicata speziatura infusa dai lieviti. Un po' meno bene in bocca: l'imbocco è di biscotto (al burro), seguito da un fruttato (arancio) sciropposo e da un amaro erbaceo, abbastanza leggero, a bilanciare. La pulizia c'è, ma quello che sostanzialmente manca, almeno in questa bottiglia, è l'amalgama tra gli elementi. Il dolce fruttato (sciropposo) procede parallelamente all'amaro che dovrebbe bilanciarlo, senza mai incontrarlo e "fondersi" con esso. Una presenza un po' troppo eccessiva di burro (diacetile) la rende anche poco secca, con il palato che rimane sempre appiccicoso. Birra dal corpo e dalla carbonazione media, con una giusta componente "watery" che la rende facile da bere. Discreta Belgian Ale, con ampi margini di miglioramento. Formato: 75 cl., alc. 6.7%. lotto e scadenza sconosciuti, prezzo 5.00 Euro.

mercoledì 25 luglio 2012

Evil Twin Ron And The Beast

Il nostro primo incontro con il birrificio “zingaro” danese Evil Twin  non è stato dei migliori (si trattava della Cat Piss); ricordiamo brevemente che Evil Twin è Jeppe Jarnit-Bjergsø, fratello (gemello?) di Mikkeller. L’etichetta parla di una birra collaborativa, tra Ron e la “bestia” Ryan,  ovvero Ron Jeffries del birrificio americano Jolly Pumpkin e Ryan Witter-Merithew, collaboratore stabile di Jeppe.  Si tratta di una Saison che ricalca una precedente collaborazione chiamata Ryan & The Bunny Beaster; “depurata”  dell’utilizzo di brettanomiceti; è stata prodotta presso gli impianti della Fanø Bryghus, sulla omonima isola. E sveliamo subito le carte, questa è davvero una signora Saison, dall’aroma leggermente acidulo che regala dei bei sentori di banana e di spezie, con il pepe in evidenza. Dissipatasi la schiuma, è il turno degli agrumi (arancio), a comporre un bouquet estremamente pulito ed elegante. Ottime sensazioni anche in bocca; il corpo è medio, ma la consistenza “watery” la rende molto scorrevole e la decisa carbonazione vivacizza la bevuta esaltando la speziatura. Leggero imbocco di crosta di pane, e poi tanta frutta, soprattutto agrumi, ma anche pesca gialla. Una leggera acidità rinfrescante caratterizza tutto il percorso, bilanciando la dolcezza del gusto. Molto secca, vira verso l’amaro solamente all’ultimo secondo, in un finale erbaceo (a la Poperinge, se ci passate la semplificazione) non molto intenso ma dalla lunga persistenza. Profumata e pulita, ben fatta, alcool splendidamente nascosto, gusto intenso, facilità di beva. C’è tutto quello che serve, non bisogna aggiungere altro; se vi capita a tiro, provatela.  Formato: 50 cl., alc. 7%, lotto 08/03/2012, scad. 12/2014, prezzo 7.00 Euro.

lunedì 23 luglio 2012

Poretti Non filtrata 7 luppoli Summer Cascade

Su questo blog abbiamo raramente ospitato dei prodotti “industriali”, ma la curiosità ci ha spinto ad acquistare una bottiglia di Birra Poretti, storico marchio italiano fondato nel 1877 da Angelo Poretti ma dal 1982 di proprietà del gruppo Carlsberg. La birra in questione c’interessa in quanto rappresenta forse un altro tentativo, da parte di un gruppo industriale, di entrare dalla porta di servizio del mondo della “birra artigianale”. Il discorso non riguarda solamente la “non filtrazione” sbandierata in etichetta ma anche l’inclusione, nel nome del prodotto, della parola “cascade”, una nota varietà di luppolo Americano. Siamo sicuri che la totalità dei consumatori abituali di birra industriale ne ignori il significato; probabilmente noterà solamente l’assonanza con la parola italiana “cascata”, e forse percepirà che si tratta di una birra estiva particolarmente rinfrescante?  Eppure c’è qualcosa che non ci convince completamente in questa strategia di Marketing. Chi conosce il cascade quasi sicuramente è un appassionato di birra (artigianale) che conosce anche il marchio “Poretti” e quindi difficilmente acquisterà la bottiglia, se non “una tantum”, per curiosità, come nel nostro caso. Ma c’è un “però”. La bottiglia in questione gode della distribuzione Eataly, si trova quindi almeno teoricamente tra le eccellenze alimentari italiane ed ecco che il suo target potrebbe essere chi si interessa e s'avvicina alla birra di qualità; oppure il “birrofilo” estero, che non consce il marchio Poretti. Il prezzo (1.80 € per trentatrè centilitri) la rende poco concorrenziale nei supermercati; basterà questa ridotta fascia di potenziali clienti a decretare il successo di questa Poretti Summer Cascade ai 7 Luppoli, sei dei quali non sono nominati ? Ma passiamo all’assaggio. Il colore è dorato, molto, troppo limpido per tenere fede alla promessa di“non filtrazione”; forse è più appropriato parlare di microfiltrazione ? Ad ogni modo, la bottiglia presenta comunque del sedimento sul fondo. La schiuma è molto persistente, cremosa e bianca. Cerchiamo il cascade nell’aroma, ed effettivamente tra sentori di cereali ed erbacei c’è un leggero aggrumato, dolce, caratteristico del luppolo americano; il naso è abbastanza elegante e pulito, anche se non molto pronunciato. Purtroppo le “novità” si fermano qui; in bocca questa birra non si discosta molto da una qualsiasi lager industriale: pochissimo corpo, carbonazione vivace e molta acqua. Stilisticamente dovrebbe invece essere una “Vienna”; il gusto è caratterizzato dal malto, ma l’intensità è davvero scarsa. C’è biscotto e un discreto livello di diacetile che la rende poco secca e molto poco “estiva”, con l’alcool che si avverte ben più dei “gradi” dichiarati (4.8%). Se i “sette luppoli” vi facevano pensare ad un lungo finale molto amaro, potete restare tranquilli, perché siamo sempre nei parametri rassicuranti di un prodotto industriale. L’amaro c’è, erbaceo, ma molto moderato, accompagnato da qualche altra nota di burro. Ci siamo volutamente limitati ad una descrizione organolettica del prodotto e non aggiungiamo altro, visto che preferiamo spendere i soldi in birra piuttosto che in avvocati. Formato: 33 cl., alc- 4.8%, lotto J12095N, scad. 07/2013, prezzo 1.80 Euro.

mercoledì 18 luglio 2012

BraufactuM Darkon

Ammettiamolo, molti appassionati di birra “artigianale”, soprattutto i più giovani,  non riescono a trattenere lo sbadiglio quando pensano alla Germania ed alle sua birre: Bamberga e la Franconia generano un po’ di entusiasmo, ma la vastissima distesa di helles, bock, weizen e pils prodotte in Germania spesso provoca ben pochi sussulti emotivi a palati ormai (giusto o sbagliato che sia) abituati ai luppoli neozelandesi, agli IBU quasi centenari o alle imperial stout brassata con caffè pregiato.  Ma - per fortuna -  ci sono ancora dei "classici" capaci di emozionare, come questa Darkon, una schwarzbier prodotta dalla BraufactuM, che non è esattamente un birrificio ma una “beerfirma” che sta cercando di introdurre qualche novità – a caro prezzo – nel assopito mercato tedesco. Accanto alle novità vi sono anche birre classiche, e molto ben fatte, come questa. Colore impeccabile, marrone scurissimo con riflessi rossastri, schiuma beige molto persistente e cremosa. Eleganza e pulizia al naso: oltre agli attesi sentori di pane nero di segale, ci sono cioccolato al latte e raffinate tostature. Ma il meglio deve ancora venire: contrariamente alla maggioranza delle produzioni tedesche che hanno una consistenza molto acquosa per favorire la facilità di bevuta, questa Darkon risulta invece molto cremosa e morbida; scarsamente carbonata, ha un corpo da medio a leggero ed un gusto che ha piena corrispondenza con l’aroma. Chiude con un finale moderatamente amaro di tostature, cioccolato ed una leggera terrosità. I trentatré centilitri finiscono davvero troppo in fretta; splendida schwarzbier, semplice, pulita, ricca di gusto. Formato: 33 cl., alc. 5.4%, scad. 31/03/2013, prezzo: 3.99 Euro.

martedì 17 luglio 2012

Troll IPA

Situato all’estremità del Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese e dal Parco delle Alpi Marittime, il Birrificio/Brew Pub Troll esiste dal 1983 ma è solamente dal 2003 che gli esperimenti da homebrewing si trasformano in un’attività commerciale; a gestire il microbirrificio ci sono  Alberto Canavese, Andrea Bertola e Daniele Meinero. La maggior parte delle birre Troll è caratterizzata dall’utilizzo di materie prime (spezie ed erbe) strettamente legate al territorio circostante, ed una delle poche eccezioni è rappresentata da questa India Pale Ale, una produzione stagionale ispirata dalla tradizione classica del Regno Unito, per la quale la ricetta prevede solamente acqua, malto d’orzo, luppolo, zucchero e lievito. Il biglietto da visita è uno splendido colore ambrato carico, velato, con un “cappello” molto persistente di schiuma leggermente “sporca”, cremosa e dalla trama fine. L’aroma è elegante anche se non molto pronunciato: sono gli agrumi a dominare (arancio e pompelmo), regalando sia sentori dolci di polpa che di scorza. Percepiamo anche qualche leggera nota di lampone maturo, per un bouquet molto gradevole nel complesso; peccato che ogni tanto faccia capolino qualche leggerissima nota metallica. In bocca esordisce con delle fragranti note di biscotto, leggero caramello e poi dolce polpa d’agrumi a richiamare l’aroma; la seconda parte della bevuta vira in territorio amaro, ricco di scorza di pompelmo. E’ una birra caratterizzata da una grande secchezza, a tratti leggermente astringente, ma morbida, beverina e ben fatta;  anche in bocca fa capolino qualche leggera note metallica. Dalla consistenza oleaosa e dal corpo medio, ha una carbonazione contenuta e si congeda con un finale amaro-ma-non-troppo di scorza di pomopelmo e limone. Lontana dalle iperluppolature resinose o esotiche, questa IPA di Troll ci porta invece nella tranquilla campagna inglese regalandoci una bevuta piena di gusto anche se in una bottiglia non esente da qualche difettuccio. Formato: 75 cl., alc. 6%, lotto 66/11, scad. 06/2013, prezzo 9.80 Euro.

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English summary;
located at the south-west edge of the region of Piedmont, a few miles away the French territory, brewpub Troll started in 2003 and it is managed by Alberto Canavese, Andrea Bertola and Daniele Meinero. Whereas most of their production is known for the use of local grown spices and herbs, their India Pale Ale is just a classical tribute to the British tradition, brewerd only with malt, yeast, sugar and hops. It pours a beautiful deep amber color with a long lasting creamy white-head. The nose is citrusy (sweet pulp and peel) with some light metallic notes. This medium bodied and low carbonated IPA delivers biscuty malt, caramel and sweet citrus before the bitter zesty and grapefruity finish. Mouthfeel is very dry but smooth, with a light astringency and some metallic notes. Beside this, it is a easily drinkable, clean and tasty IPA.
In details:
Birrificio Troll, Vernante (Cuneo), Piedmont.( http://www.birratroll.it/ )
Bottle: 75 cl., 6% ABV, batch 66/11, BBE 06/2013, price 9.80 Euro.

lunedì 16 luglio 2012

Sudwerk Pacific Pioneer

Per avere qualche informazione più dettagliata sul microbirrificio svizzero Sudwerk vi rimandiamo a questo post, mentre noi passiamo invece a stappare senza esitazione questa bottiglia di Pacific Pioneer, una porter, produzione stagionale disponibile solamente da Ottobre a Marzo, che viene brassata con sette diversi tipi di malto e con luppoli della West Coast.  Il birrificio Sudwerk si trova poco distante da Zurigo, ma è stato fondato dall'americano Gerry Farrel che ha dedicato tutte le birre al suo paese di origine. I "pionieri del pacifico" in questione sono Meriwether Lewis e William Clark, i primi statunitensi che raggiunsero partendo da Pittsbourgh la costa ad ovest via terra. Inviati nel 1804 dal presidente Jefferson, raggiunsero dopo due anni il lato opposto del continente americano affrontando centinaia di diverse tribù di indigeni e realizzando una fondamentale mappatura della giovane ad ancora relativamente inesplorata America settentrionale. Per chi volesse approfondire, ecco l'immancabile pagina di Wikipedia. Questa Pacific Pioneer è di color ebano, scurissimo, quasi nero; la schiuma è beige, ha buona persistenza e finezza, è cremosa. Il naso è complesso e molto pulito; si distinguono sentori di cioccolato amaro, caffè, leggera vaniglia e mirtillo. Le impressioni molto positive sono confermate in bocca, dove questa porter si presenta con un'ottima morbidezza, consistenza oleosa e carbonazione bassa; il corpo è medio. Il gusto è intenso e pulito; la tostatura dei malti è molto elegante, con caffè e cioccolato amaro che caratterizzano il resto della bevuta senza nessuna deviazione. Finisce con un bel taglio secco, che prepara al lungo retrogusto amaro ricco di raffinate tostature e caffè. Una Porter davvero molto convincente e ben fatta; molto beverina e pulita, ricca di gusto. Se la trovate (in Svizzera la gamma Sudwerk è distribuita anche nei supermercati Coop), non fatevela scappare. Non pervenuto - o volutamente non rilevante - l'apporto dei luppoli americani; perchè sbandierarli in etichetta, allora ? Ma si tratta di una gran bella birra, e non ci sembra il caso di spaccare il capello in quattro. Formato: 50 cl., alc. 6%, scad. 05/10/2012, prezzo 3.55 Euro.

giovedì 12 luglio 2012

Birrificio Dada Tzara

Assaggiamo oggi la “blanche” del Birrificio Dada (Correggio, Reggio Emilia), dichiaratamente ispirata ad uno dei fondatori dal Movimento Dadà, ossia il rumeno Samuel Rosenstock meglio conosciuto come Tristan Tzara. La ricetta, secondo quanto riportato in etichetta, non prevede l’utilizzo di spezie, che invece ricorrono molto di frequente in questa categoria stilistica; ci sono invece malto (pils), fiocchi di frumento e d’avena, luppoli Hallertauer Hersbrucker e Nelson Sauvin; ai lieviti il compito di “speziare” la birra. Il benvenuto ce lo dà la solita splendida etichetta/collage dadaista; la Tzara si presenta di nebuloso color giallo pallido con un bianchissimo e molto persistente “cappello” di schiuma fine e cremosa. Naso leggermente speziato, con sentori di scorza d’arancia e di banana; c’è una lieve acidità rinfrescante, ma anche un leggero sulfureo. Al palato troviamo note di pane e di cereali, agrumi (soprattutto arancia) con una vivace speziatura (leggero pepe) che compensa una carbonazione abbastanza modesta per lo stile. Il finale ha una buona intensità ed una persistenza che rientra nei parametri stilistici; l’amaro è marcato e “zesty”, ovvero ricco buccia di arancia e limone/lime. Dissetante e rinfrescante, si lascia bere con leggerezza e grande facilità; senz’altro meglio in bocca che al naso, dove l’aroma è leggermente penalizzato, come detto, da qualche sentore di zolfo. Per il resto è una blanche dal gusto abbastanza intenso e caratterizzata da una speziatura molto equilibrata, finalmente esente dal virus del “coriandolo” che spesso “affligge” (o “delizia”, a seconda dei gusti) questa categoria stilistica. Formato: 75 cl., alc. 4.7%, IBU 18, lotto LT 15, scad. 04/2013, prezzo 5.00 Euro. 

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english summary: 
Birrificio Dada’s interpretation of a belgian “blanche/wit” is made without adding any spices to the wort. Brewed with malt, wheat, oat, Hallertauer Hersbrucker and Nelson Sauvin hops, it pours a cloudy pale yellow color with a long lasting white head. A light yeast spiciness is on the nose, with citrus (orange), banana, a light acidity and sulfur as off-flavor. The taste is delivering bread and cereals, sweet orange and a good peppery/spicy quality. The finish is bitter and zesty, with a good intensity. Refreshing and easily drinkable, this is an interesting interpretation of the “blanche” style which you can enjoy on these hot summer days.

In details:
Birrificio Dada, Correggio, Reggio Emilia, Italy.
Style: Blanche/witbier
Bottle: 75 cl., 4.7% ABV, 18 IBUs, batch LT 15, BBE 04/2013, price 5.00 Euro.

mercoledì 11 luglio 2012

Skinners Betty Stogs Bitter

Viene fondato nel 1997 da Steve Skinner, l'omonimo birrificio con sede a Truro, la "capitale" della Cornovaglia. Betty Stogs è la loro birra di maggior successo, nominata nel 2008 dal CAMRA "Champion best Bitter of Great Britain".  E' una bitter dedicata all'omonima ragazza di Towednack, moglie e madre che preferiva passare poco tempo in casa, dedicandosi più alla cura del proprio gatto che del figlio, lasciato spesso sporco ed in condizioni igieniche molto carenti. Una sera Betty torna a casa e scopre che il gatto ed il figlio sono spariti; il marito, che rincasa poco dopo, s'infuria ed entrambi iniziano una frenetica ricerca del figlio nella campagna della Cornovaglia, che dura tutta la notte. Quando albeggia, il gatto di Betty riappare; lei lo segue, ed il felino la conduce in un prato erboso, riparato da siepi e cespugli, dove il bambino sta dormendo, nudo, pulito, ricoperto di profumati fiori ed erbe. Era stata opera dei folletti, che erano però stati interrotti dall'arrivo dell'alba e non erano riusciti a portare a termine la pulizia del neonato; dissero a Betty che la notte successiva sarebbero arrivate a terminare l'opera le fatine, e che avrebbero portato via con loro il bambino. L'avvertimento fece decisamente colpo su Betty, che da quel giorno iniziò a prendersi cura con il dovuto impegno della salute e della pulizia del proprio figlio. Terminata la leggenda, è il momento di dissetarsi con la birra, una bitter che mette in mostra più luppoli che malti. Ramata, la schiuma color ocra è fine e cremosa con una persistenza prolungata. Dopo dieci mesi di cantina l'aroma è tutto sommato ancora accettabile: è monopolizzato dagli agrumi, soprattutto mandarino ed arancio. Il gusto è una diretta conseguenza: dopo il rapido imbocco di biscotto ci sono ancora agrumi, con polpa dolce e scorza amara a dare vita ad un bell'equilibrio. Finisce secca, con l'atteso retrogusto "zesty", amaro e ricco di scorza di limone. L'avevamo già bevuta in Inghilterra e ci era piaciuta molto meno: la ricordavamo molto più maltata, senza quella preponderanza dei luppoli che abbiamo riscontrato in questa bottiglia. Bitter molto godibile, snella e leggera, abbastanza morbida in bocca, poco carbonata. Molto rinfrescante, è una discreta session beer che si difende bene e che finisce molto rapidamente.  Formato: 50 cl., alc. 4%, lotto 111707, scad. 06/10/2012, prezzo 2.76 Euro (in Inghilterra).

martedì 10 luglio 2012

Birra di Parma Oro

Il nome Ceci (Cantine Ceci, Torrile, Parma) non dirà ovviamente nulla agli appassionati di birra, ma chi risiede in Emilia forse lo riconoscerà come uno tra i produttori più "modaioli" di Lambrusco, il vino con la quale è stata "svezzata" la maggior parte della popolazione residente nelle province di Modena e Reggio Emilia  soprattutto, ma anche Parma e Mantova. La produzione di Cantine Ceci è molto ampia e variegata, ma limitandoci al Lambrusco possiamo notare come la scelta dell'azienda sembra essere quella di "allontanarlo" dal suo essere  un proletario "vino del contadino" da bere con grande facilità, in grande quantità (e dal costo contenuto) attraverso una cura molto dettagliata del packaging (leggi bottiglie) che lo rende abbastanza diffuso soprattutto nei ristoranti di fascia alta. Potete farvi rapidamente un'idea dando un'occhiata al sito ufficiale. Tra i numerosi prodotti Ceci si è da poco aggiunta anche la Birra di Parma, realizzata presso gli impianti di Birra del Borgo in collaborazione con Leonardo Di Vincenzo. Riversata nella stessa bottiglia usata dal Lambrusco "Otello", forse il prodotto di punta dell'azienda, è disponibile in due varianti:  Oro (una blonde ale) e Bronzo, una strong ale ambrata. L'etichetta recita che la birra è fermentata con i lieviti del Lambrusco; non entriamo nel tecnicismo di questa operazione, visto che qualcuno ha già sollevato qualche obiezione, e vi rimandiamo ad una breve intervista a Leonardo Di Vincenzo che spiega brevemente la genesi di questa birra, che è già stata inserita nella carta del pluristellato ristorante La Francescana di Modena. Dichiaratamente ispirata alle golden ales belghe, questa Birra di Parma Oro annovera però l'americano Amarillo tra i luppoli utilizzati. Il colore è più tendente all'arancio che al dorato, con un bel cappello di schiuma bianca, fine e cremosa, dalla buona persistenza. Il lotto di produzione recita 2011 ed ovviamente l'aroma non è al massimo della forma: poco pronunciato, ma molto pulito: tanti agrumi, soprattutto arancio, una buona speziatura da lievito, ed una leggera acidità che rimanda alla frutta acerba. In bocca arriva leggera, vivacemente carbonata, con una consistenza molto watery ed una grande secchezza; il gusto continua il percorso annunciato dall'aroma: imbocco di pane e cereali, un fruttato aggrumato che caratterizza la parte centrale della bevuta, un finale amaro erbaceo, abbastanza corto, a chiudere. C'è molto equilibrio, c'è intensità (per la gradazione alcolica modesta, 4.5%) ma non c'è la stessa pulizia che aveva contraddistinto l'aroma, con una tendenza al peggioramento man mano che la temperatura si alza. In bocca i lieviti effettivamente le donano un profilo che può vagamente ricordare alcuni Lambruschi secchi (vivaci e frizzanti) ma più in generale ci sembra che il risultato tenda ad assomigliare più ad una delle birre-spumante (o champagne, visto il target al quale il marketing sembra rivolgersi) che ci sono in circolazione. Potrà sorprendere e piacerà molto, secondo noi, a chi è ancora legato alle lager industriali e si avvicina al mondo della birra "artigianale": vi troverà una birra ancora "rassicurante", non estrema, e decisamente ricca di gusto rispetto a quelle che beve abitualmente. Agli altri birrofili giù navigati probabilmente non susciterà grandi emozioni. E' un prodotto senz'altro gradevole e gustoso, ma se si voleva tentare l'incontro tra due diretti concorrenti delle calde estati emiliane (lambrusco e birra) probabilmente si doveva prendere qualche rischio in più. Formato: 75 cl., alc. 4.5%, lotto LS 208 11, scad. 02/2014, prezzo 10.10 Euro.

lunedì 9 luglio 2012

Vecchia Orsa Ideale

Concludiamo le degustazioni del birrificio Vecchia Orsa di Crevalcore (Bologna) con una birra decisamente adatta al periodo più caldo dell'anno. La Ideale non spicca certo per l'originalità del nome, ma si tratta di un'interpretazione dello stile "blanche / witbier" brassata, tra l'altro con pesca, spezie e fiocchi di frumento. Nel bicchiere è  del classico color giallo paglierino, velato; notiamo la presenza di "fiocchi" di lievito che flottano per qualche secondo prima di depositarsi sul fondo. La schiuma, bianca, non è molto generosa ma fine e cremosa. L'aroma è caratterizzato da una marcata acidità che ricorda più una weizen tedesca che una classica blanche: spezie (molto) in sottofondo, a dominare sono banana (acerba) e mela verde. Nessuna sorpresa in bocca: corpo giustamente leggero, carbonazione media, correttamente acquosa. Il gusto rientra più nei parametri stilistici di riferimento: dolce e fruttato (arancia), buon bouquet di spezie (soprattutto coriandolo), leggera acidità rinfrescante e "ripulente" con amaro a bilanciare, ed a terminare, che è dominato dalla scorza d'arancia. Ovviamente facile da bere, pulita e priva di "off flavors", svolge il suo compito di dissetare e rinfrescare quasi in sottofondo, senza chiamare l'attenzione del bevitore. Se però leggiamo in etichetta "birra alla pesca", e della pesca non abbiamo avvertito la benché minima presenza, siamo costretti a porci qualche domanda. Al prossimo ri-assaggio, dunque. Formato: 50 cl., alc. 4.2%, 17 IBU, lotto 1 2, scad. 11/2012, prezzo 4.00 Euro.

giovedì 5 luglio 2012

Stavio Critical

Del nuovo birrificio (ancora senza impianti) laziale Stavio abbiamo già parlato in questa occasione, e passiamo quindi subito alla sostanza, ovvero questa Critical, brassata al momento nello stabilimento del Birrificio Free Lions di Tuscania (Viterbo). Molto bella la coloratissima etichetta, che rimanda un po' alle grafiche utilizzate dai  Beatles nel periodo di Yellow Submarine. Dal nome abbastanza insolito e curioso, viene catalogata su diversi siti come "amber ale", "american red ale" o anche "india pale ale"; la luppolatura dovrebbe essere di Citra e Simcoe. Il colore è ambra carico, opaco; schiuma fine e cremosa, molto persistente, leggermente di color ocra. Al naso leggeri sentori di aghi di pino ma soprattutto agrumi, con il pompelmo in evidenza; in apertura qualche leggero difetto (odore di formaggio) che fortunatamente scompare una volta che la birra si "apre" nel bicchiere. Decisamente meglio al palato, dove c'è una buona intensità di gusto, che inizia da un imbocco di malto (biscotto) con leggero caramello e continua con un bel richiamo fruttato degli agrumi che caratterizzavano l'aroma. L'amaro a bilanciare è molto intenso e abbastanza variegato: scorza di pompelmo, resina, ed una leggera pepatura; questi tre elementi mantengono schiacciato il pedale dell'acceleratore e portano ad un finale ancora più intenso e molto persistente, che culmina in un lungo retrogusto amaro di resina e pompelmo. Dopo una partenza un po' in sordina, con un aroma poco pronunciato e poco pulito, questa Critical si riscatta molto bene regalando una bevuta tutto sommato gustosa. Secca e correttamente carbonata, ha un corpo medio-leggero ed una consistenza watery che la rende molto facile da bere. Considerando che si tratta di una delle prima cotte del birrificio, siamo già in presenza di un prodotto di discreto livello che con gli appropriati aggiustamenti può diventare molto buono. Formato: 50 cl., alc. 5.5%, lotto 31/01/2012, scad. 31/01/2014, prezzo 5.40 Euro.

mercoledì 4 luglio 2012

Piccolo Birrificio Sesonette

Il Piccolo Birrificio (di Apricale, in Liguria), viene fondato nel 2006 da Lorenzo Bottoni e Roberto Iacono; in quasi quattro anni il birrificio produce una decina di birre diverse, ma è poi  costretto a chiudere e Bottoni "emigra" in Svizzera per dare vita al birrificio Bad Attitude, che lascerà poi qualche mese fa. Nel frattempo il sito internet del Piccolo Birrificio ha ripreso vita ed annuncia una data di rinascita (marzo 2012) evidentemente non rispettata; l'ipotesi è che forse Lorenzo Bottoni, terminata l'esperienza in Svizzera, voglia ritornare al suo "primo amore". Nel frattempo alcune ricette elaborate dal precedente Piccolo Birrificio di Apricale sono state anche prodotte negli impianti svizzeri di Stabio. E' il caso di questa Sesonette, sorella minore della Seson, che se non erriamo - ed attendiamo smentite -  fu la prima birra italiana prodotta con l'utilizzo del chinotto di Savona, un presidio Slow Food. Il chinotto in questione fu anche oggetto di grandi polemiche, certamente già note agli addetti ai lavori, visto che Bottoni lamentò pubblicamente la sospensione della fornitura dell'agrume da parte del presidio; l'eredità di birra "al chinotto di Savona" venne poi raccolta dal Birrificio Scarampola con la sua "n.8"  che abbiamo degustato in questa occasione.  Ecco che questa Sesonette è diventata oggi "solamente" una "saison prodotta con agrumi italiani" (chinotto) e, tra l'altro, spezie, malto di frumento e zucchero di canna; è di color oro antico, leggermente velato, la schiuma molto persistente è bianca, fine e cremosa. Al naso agrumi (chinotto), leggeri sentori di rabarbaro, una delicata speziatura dai lieviti ma anche poco gradevoli fenoli (medicinale) che diventano più evidenti man mano che la temperatura si alza. Anche in bocca c'è qualche difetto, oltre ad una generale mancanza di pulizia: la base è di biscotto, c'è un leggero richiamo agli agrumi con un amaro a bilanciare che di nuovo ripropone una nota medicinale amara poco gradevole. Spezie quasi assenti, è una saison che non riesce ad essere rinfrescante come vorrebbe a causa di un diacetile molto invadente che lascia il palato sempre appiccoso alla fine di ogni sorso. Finisce corta ed amara (medicinale); l'alcool è molto ben nascosto, sarebbe una birra facile da bere ma  troppi difetti ne pregiudicano l'apprezzamento.
Formato: 33 cl., alc. 6%,  scad. 03/11/2012, prezzo 2.50 Euro.

martedì 3 luglio 2012

Brewfist/Beer Here Caterpillar Pale Ale

Caterpillar è una birra collaborativa che vede la luce negli ultimi mesi del 2011; l'idea o "l'iniziativa", come viene riportato nel retro etichetta, parte dal noto e ben fornito beershop romano Domus Birrae, una tappa praticamente irrinunciabile per ogni appassionato di birra che si reca a Roma in treno, visto che si trova a qualche centinaia di metri di distanza dalla stazione Termini;  i prezzi non sono tra i più bassi d'Italia, ma la comodità di poter fare acquisti appena prima di imbarcarsi sul treno è davvero un valore aggiunto. Soci del Domus Birrae sono, tra gli altri, Manuele Colonna (il quale crediamo non abbia bisogno di presentazioni) ed Aleandro Scarpetti di un altro famoso locale romano, il Bir&fud. L'idea parte con il piede giusto; una "collaboration beer" tra Brewfist, uno dei birrifici emergenti più promettenti sul territorio nazionale , e Beer Here, progetto itinerante del birraio-senza-impianti danese Christian Skovdal Andersen che in pochissimo tempo dalla nascita ha già guadagnato un'ottima reputazione internazionale. Due birrifici molto in voga che, almeno all'apparenza, decidono di non brassare l'ennesima - banale - IPA o Double IPA ma di dedicarsi ad una più tranquilla American Pale Ale prodotta, tra l'altro, con malto di segale e luppoli Columbus e Motueka. La presentazione ufficiale di questa birra prodotta negli impianti del Brewfist avviene a dicembre dello scorso anno nel corso dell'evento "Birre Sotto L'albero", ovviamente al Bir&fud di Roma. Abbiamo detto "all'apparenza" perché si tratta in verità di una American Pale Ale non esattamente tranquilla, con 50 IBU dichiarati ed un dry-hopping massiccio che le dona un aroma non molto pronunciato ma pulito ed elegante, con pompelmo (polpa e scorza) ed un variegato bouquet di dolce frutta tropicale, con il mango in evidenza. Il colore è ambrato, carico, con una schiuma leggermente "sporca", molto persistente e cremosa. Una grande pulizia in bocca permette di apprezzarne in pieno il percorso, a partire dall'imbocco con leggere note di caramello e biscotto, un richiamo di pompelmo che si fa sempre più evidente con l'aumentare della temperatura, ed un amaro intenso e resinoso, molto elegante, che non raschia mai il palato. E' una birra assolutamente beverina, che compiace il palato con una bella morbidezza, un corpo da leggero a medio ed una carbonazione contenuta; finisce secca ed amara, con un lungo finale resinoso, abbastanza intenso, con qualche nota di pompelmo. Insomma, si definisce American Pale Ale ma potrebbe tranquillamente chiamarsi India Pale Ale. Un prodotto di livello già molto elevato; non sappiamo se si sia trattata di una collaborazione estemporanea o se la birra sarà prodotta regolarmente. Nella seconda ipotesi, con qualche leggerissimo aggiustamento potrebbe davvero diventare grande. Assolutamente da assaggiare, se vi capita a tiro; speriamo di riuscire ad assaggiarla anche alla spina. Formato: 33 cl., alc. 5.8%, 50 IBU, scad. 30/03/2013, prezzo 4.50 Euro.

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english summary:
“Caterpillar” is a collaboration beer between two exciting new breweries: Italian “Brewfist” and Danish/gipsy “Beer Here”; the beer was born out of an idea of Italian beershop Domus Birrae, in Rome. It is an American Pale Ale heavily hopped with Columbs and Motueka, making a 50 IBUs. It pours a deep amber color with a creamy off-white head; the aroma is elegant and hoppy with grapefruit and sweet tropical fruits, mostly mango. Taste is very clean with hints of caramel, biscuit and grapefruit which are followed by a very intense resinous bitternesss. Long bitter finish, with more resin and grapefruit peel. An APA which looks more like an IPA; very tasty and enjoyable, definitely worth trying. 
In details: 
Bottle: 33 cl., 5.8% ABV, 50 IBUs, BBE 03/2013, price 4.50 Euro

lunedì 2 luglio 2012

The Kernel India Pale Ale Amarillo

Apriamo con un po' di malinconia la ultima Kernel rimasta in frigorifero; si tratta della India Pale Ale Amarillo, che immaginiamo sia una IPA brassata appunto solamente con l'omonimo luppolo americano. Si tratta di una varietà selvatica scoperta abbastanza di recente nelle piantagioni della Virgil Gamache Farms, nella Yakima Valley (una regione dello stato di Washington dove viene prodotto all'incirca il 75% di tutto il luppolo coltivato negli Stati Uniti); un giorno, per caso, alcuni dipendenti notarono che vi erano delle piante di luppolo leggermente diverse da tutte le altre; annusarono i coni prodotti e notarono subito che si trattava di una varietà con un potenziale aromatico molto interessante. Leggiamo che ancora oggi la coltivazione dell'Amarillo è fatta esclusivamente dalle Virgil Gamache Farms, il che significa che in commercio non potete acquistare nessun rizoma di Amarillo da provare a piantare nel vostro terreno. E confermiamo che il meglio di questa IPA Amarillo è effettivamente proprio l'aroma: ancora fresco (nonostante sei mesi di frigorifero), regala leggeri sentori di aghi di pino ma soprattutto agrumi (arancio, mandarino, pompelmo, polpa e scorza) con qualche nota di frutta tropicale (ananas). Al palato le cose sono molto diverse; la gradazione alcolica (7.5%) si fa sentire tutta, ed il gusto è caratterizzato da un lunghissimo imbocco un po' ruvido, maltato ed etilico, con una presenza fruttata a richiamo dell'aroma quasi impercettibile; ad attutire l'impatto c'è per fortuna una buona morbidezza di bevuta che smorza un po' i toni etilici, ed introduce un amaro vegetale, leggermente resinoso e pepato che si prolunga anche nel finale, non molto lungo.  IPA dal corpo medio e correttamente carbonata, di color rame con schiuma color ocra e dalla trama fine, cremosa. Parte davvero bene, con un naso intrigante e pulito, convince molto meno in bocca dove l'amarillo passa in secondo piano, apportando un gusto amaro molto meno sfaccettato ed interessante dell'aroma, che tende a stancare presto. Tra le Kernel assaggiate sino ad ora, è quella che è piaciuta di meno. Formato: 33 cl., alc. 7.5%, scad. 20/05/2013, prezzo 3.39 Euro.

domenica 1 luglio 2012

Statale Nove Kristal

Continuiamo il nostro "viaggio" tra i birrifici emiliani e ci spostiamo di qualche centinaia di metri rispetto ai locali del Birrificio Emiliano del post di ieri. Sempre sulla via Emilia si trova il Birrificio Statale Nove, che abbiamo già incontrato in queste occasioni. "Kristal"  è una blanche prodotta solamente in estate; il nome è dedicato, come spiegano le note in etichetta (questa volta solo in italiano, senza la solita traduzione in dialetto bolognese), all'omonimo locale di Castel San Pietro Terme (Bologna) un tempo ritrovo quasi abituale dello staff che oggi lavora al birrificio. La birra ha anche ottenuto la medaglia di bronzo, nella categoria stilistica d'appartenenza, all'International Beer Challenge del 2011. Si presenta del classico color giallo paglierino, velato, con schiuma bianca, cremosa e molto persistente. Al naso spiccano netti sentori di agrumi, soprattutto di scorza d'arancia, con una speziatura a contorno caratterizzata soprattutto dal coriandolo. Al palato è molto leggera, con un imbocco quasi impercettibile di cereali che interrompe solamente per un breve attimo il percorso iniziato con l'aroma. Il resto ne è una continuazione in orizzontale, senza nessuna deviazione: agrumi e soprattutto coriandolo in bocca, fino ad un finale amaro ricco di scorza d'arancio con, ci sembra, qualche nota di curaçao. Mediamente carbonata e volutamente "watery", non riesce ad essere però rinfrescante e dissetante come vorrebbe essere a causa di una secchezza non proprio ottimale, con il palato che rimane leggermente "appiccicoso" dopo ogni sorso. Una discreta interpretazione dello stile, che noi abbiamo trovato un po' troppo caratterizzata dal coriandolo, una spezia che non amiamo particolarmente. Formato: 75 cl., alc. 3.5%, 25 IBU, lotto 203, scad. 08/11/2012, prezzo 6.00 Euro. 

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english summary:
"Statale Nove" is a microbrewery opened in 2008 by ex-homebrewer Filippo Bitelli and named after the "State Road 9" (Statale Nove) also known as Via Aemilia, an old roman trunk, completed in 187 BC and crossing all the Emila Romagna region from the town of Piacenza (north west) to Rimini (south east). The brewery is located in the outskirts of the small village of Anzola Emilia (Bolonia). "Kristal" is the brewery interpretation of the "blanche/witbier" style. A cloudy straw yellow color with a creamy white head and an aroma of orange zest and spices, mostly coriander. Orange and coriander are also evident in the taste, rounding off with a zesty (and curaçao) finish. With a light bodu and a medium carbonation, this very light summer brew isn't unfortunately as refreshing as it was supposed to be due to a lack of dryness. The palate somehow is left slightly sticky. 
In details:
Birrificio Statale Nove, Crespellano, Bologna (Emilia Romagna), Italy ( www.statalenove.it )
Bottle: 75 cl., 3.5% ABV, 25 IBUs, batch 203, BB 08/nov/2012, price: 6.00 Euro.