martedì 3 aprile 2012

Brakspear Triple

La parola "triple" in etichetta non deve trarre in inganno. Non si tratta della traduzione inglese del noto stile brassicolo belga; siamo in Inghilterra, e questa birra viene brassata per la prima volta nel 2005 per festeggiare la rinascita del marchio "Brakspear" a Witney, nell'Oxfordshire, dove sono prodotte le birre della Wychwood Brewery. Il precedente stabilimento Brakspear, a Henley-on-Thames era stato chiuso nel 2002 e la maggior parte delle vecchie attrezzature vennero spostate e re-installate alla Wychwood dove opera il birraio Jeremy Moss. Il nome dato alla birra (Triple) si riferisce alla triplice fermentazione che la birra subisce, derivante da un metodo chiamato "Double Drop" utilizzato (secondo quanto riporta qui Roger Protz) solamente alla Brakspear. La fermentazione primaria avviene mediante due batterie di fermentatori in legno posti ad altezze diverse. Dopo alcuni giorni, il liquido viene letteralmente fatto "sgocciolare" nelle batterie inferiori lasciando indietro le cellule di lievito "morte". La seconda fermentazione che avviene è quindi più "pulita", e viene seguita da una terza fase che prevede l'inoculazione di nuovo lievito al momento dell'imbottigliamento. Tutte le bottiglie sono numerate in etichetta, e sul sito del birrificio è possibile risalire, mediante questo numero seriale, al giorno esatto dalla messa in bottiglia. Un'opzione divertente ed interessante che però non sembra funzionare sempre in modo corretto; non siamo infatti riusciti ad identificare la data della nostra bottiglia, acquistata ad Agosto 2011 ed evidentemente imbottigliata prima di quella data. Il numero seriale della nostra bottiglia non è presente sul sito che, per quel che riguarda una numerazione compatibile con la nostra etichetta, si ferma a Maggio 2011 e poi riparte in Agosto con una numerazione completamente diversa. Sino al 2010 le bottiglie erano da 500 ml., dal 2011 il formato è stato ridotto a 330 e, mentre scriviamo, leggiamo che nel 2012 il birrificio è ritornato al classico formato inglese da 500. Ma passiamo alla sostanza. Davvero splendido l'aspetto, di colore ambrato rossastro con riflessi rubini, leggermente velato; la schiuma, molto persistente, è perfetta: fine, cremosa, compatta. Aroma molto meno entusiasmante, molto dolce, ricco di melassa e di frutta molto matura e frutta candita; il Cascade porta in dote un pompelmo molto dolce che ricorda però più una marmellata che un frutto appena aperto. In bocca mantiene tutta la dolcezza annunciata, che è però bilanciata da una buona secchezza. C'è meno frutta, ed un solido profilo maltato ricco di biscotto (al burro), caramello e toffee; l'alcool le dona un bel calore morbido ed avvolgente che accompagna tutta la bevuta. Nel finale c'è posto per qualche nota vinosa, prima di un retrogusto abboccato, maltato ed etilico, nel quale abbiamo trovato anche una leggerissima - ma inattesa - salinità; rimane qualche leggero sentore di burro ad "impastare" un po' il palato. Una bottiglia proveniente dalla grande distribuzione (Asda) che non ci è sembrata molto in forma; la rifermentazione in bottiglia le ha comunque assicurato un buon livello di carbonazione; è una birra ben fatta ed interessante, che vorremmo comunque riprovare in migliori condizioni. Formato: 50 cl., alc. 7.2%, num. serie 1981970, scad. 31/05/2012, prezzo 2.17 Euro.

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